gs1

3,7%

il tasso di out-of-stock a ottobre

Il mese di ottobre ha registrato un tasso di out-of-stock per il largo consumo confezionato pari al 3,7%, in aumento sia rispetto al mese precedente, (+0,1 punto), sia rispetto allo stesso mese del 2021 (+0,4 punti). Il dato relativo alle vendite perse è pari al 4,7%, in crescita di +0,2 punti su settembre 2022 e di +0,4 punti sul mese di ottobre 2021, con un picco di +0,9 punti nel reparto bevande e la situazione più critica negli ipermercati, saliti a +0,6 punti (e vendite perse al 5,3%). Sono i dati rilevati dal Barometro Osa di GS1 Italy in ambito Ecr realizzato da IRI, che ogni mese monitora gli andamenti delle rotture di stock e delle vendite perse nel largo consumo, studiati per canali e reparti. Ottobre non smentisce dunque la crescita di out-of-stock in tutti i canali e reparti (con l'eccezione del pet care che resta pressochè stabile ovunque) rispetto al 2021. Il picco è per gli ipermercati che toccano il 4,1% (+0,4 punti) con aumenti in ogni reparto (compresi tra +0,1 del cura casa e +1,5 dell’ortofrutta). A distanza ravvicinata i supermercati grandi con OOS al 3,7% (+0,4) e un +0.4 anche per i supermercati piccoli (OOS al 3,3%) con aumenti compresi tra il +0,3 del cura persona e il +0,7 dell’ortofrutta.

Figura1_BarometroOSA_ott22.png

Se prendiamo un più ampio spettro d'azione, ovvero l'intero periodo gennaio-ottobre 2022, la situazione deficitaria non cambia e non possiamo che sottolineare aumenti ovunque: out-of-stock al 3,8% con +0,3 punti rispetto al 2021, in tutti i reparti e in tutti i canali. Stesso discorso per le vendite perse che tra gennaio e ottobre registrano aumenti generalizzati ovunque: dai +0,5 punti nei supermercati grandi ai 0,2 punti negli ipermercati.

L’Optimal shelf availability (OSA) è una iniziativa GS1 Italy gestita in ambito ECR Italia che studia in collaborazione con IRI: misura e analizza le cause dell’out-of-stock, per garantire la disponibilità di un prodotto a scaffale nel momento in cui il consumatore desidera comprarlo.