01. Consumi e famiglie
I primi mesi del 2022 sono stati caratterizzati da nuovi shock che hanno influenzato abitudini e comportamenti delle famiglie. Il principale è stato l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha amplificato le tensioni sul mercato dell’energia iniziate già dall’autunno dello scorso anno. Inoltre, la guerra in Ucraina ha generato tensioni anche sul mercato agroalimentare, dato che le zone interessate dal conflitto esportano grandi quantitativi di commodities alimentari - come grano e mais - verso l’Europa.
Le pressioni sui prezzi si sono quindi intensificate, con l’inflazione che a giugno ha raggiunto un valore dell’8%. In questa fase, l’aumento dei prezzi è ancora dovuto principalmente alla componente energetica e a quella alimentare, ma i rincari si stanno trasmettendo, a cascata, anche agli altri settori. L’inflazione di fondo (cioè al netto di beni energetici e alimentari), infatti, ha raggiunto quasi il 4%, un valore che non si vedeva da diversi decenni.
La reazione del mood delle famiglie è stata evidente. Stando alle indagini Istat, si consolida il crollo dell’indice di fiducia dei consumatori osservato a partire da marzo, mettendo in evidenza aspettative di peggioramento dei redditi familiari. Di fatto, le famiglie stanno subendo una erosione del loro potere d’acquisto.
Anche per questo motivo, il Governo sta cercando di mitigare gli effetti dell’aumento dei prezzi attraverso una serie di misure, rivolte principalmente alle classi meno abbienti, per le quali la componente di spesa destinata ai beni energetici e alimentari copre una quota maggiore del reddito familiare. Per far fronte al rincaro dei beni energetici sono stati stanziati, per il biennio 2021-22, quasi 30 miliardi di euro, 8 dei quali esclusivamente a favore delle famiglie, principalmente mediante indennità una tantum o aiuti sul costo delle utenze e dei trasporti.
Va considerato, inoltre, che:
- In questa fase, per far fronte all’aumento dei prezzi, molte famiglie stanno utilizzando, parte dei maggiori risparmi accumulati durante il periodo del lockdown.
- I maggiori risparmi accumulati saranno destinati soprattutto a quelle voci di spesa che erano state maggiormente colpite dalle misure di distanziamento imposte per contrastare la pandemia, come ad esempio il settore dell’abbigliamento o quello dei servizi più “contact intensive”, soprattutto i servizi turistici.
Infatti, una tendenza che caratterizzerà i mesi estivi sarà proprio la ripresa della domanda per servizi, principalmente relativi a ristorazione, alberghi e spettacoli. D’altra parte, però, va considerato che il rincaro dei prezzi di utenze domestiche e generi alimentari, porterà alcune famiglie, più specificatamente quelle a reddito medio-basso, a limitare la domanda di questo genere di servizi, che di fatto costituiscono consumi non essenziali.
In sostanza, si osserverà una ripresa comunque vivace del comparto dei servizi, ma di intensità inferiore rispetto a quanto preannunciato fino a qualche mese fa, dato che alcune famiglie potrebbero mantenere un atteggiamento più cauto, legato all’incertezza sull’evolversi della situazione, tanto pandemica quanto relativa agli shock sul mercato energetico.
Vi è molta incertezza soprattutto per le tendenze che si affermeranno dopo la pausa estiva, quando le famiglie inizieranno a trarre un primo bilancio degli effetti dei rincari, anche alla luce dell’evoluzione della crisi in Ucraina e delle tendenze relative alla pandemia.
Figura 1 - Inflazione al consumo / Figura 2 - Clima di fiducia dei consumatoriFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat, giugno 2022
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