industria

Obiettivo crescita

l'opinione di

Aldo Sutter

Da imprenditori e manager impegnati tutti i giorni in prima linea, guardiamo con preoccupazione ai consumi, contraddistinti da un andamento quanto mai discontinuo e incerto.

Nel quarto trimestre 2018 erano cresciute di poco sia la produzione di beni di consumo (+0,2%), sia le vendite al dettaglio (+0,3%). A gennaio 2019 però il quadro è peggiorato. Le immatricolazioni di auto sono diminuite. L'indicatore dei consumi di Confcommercio è sceso dello 0,3%. Sono caduti gli ordini per i produttori di beni di consumo.

Potere d’acquisto in calo, costi crescenti per le famiglie, paura della disoccupazione incidono negativamente sulle aspettative.

In queste condizioni è possibile che le persone alimentino il risparmio a scapito della spesa. In uno scenario - già di per sé critico - ci troviamo per l’ennesima volta a fare i conti con gli effetti delle clausole di salvaguardia, in particolare su quella inerente l’Iva. Clausole in vigore che, se attivate, avrebbero effetti molto negativi per le imprese e le famiglie.

Il Sole 24 ore calcola il peso dei rincari derivanti da un aumento delle aliquote dal 10 al 13% e dal 22 al 25,2% rispettivamente pari a 538 euro l’anno per ogni famiglia. È un impatto enorme se consideriamo la situazione generale che abbiamo descritto. Si tradurrebbe in un forte calo della domanda con effetti pesanti a cascata su famiglie, imprese e per le stesse entrate dello Stato. Scongiurare l’entrata in vigore della clausola nel 2020 costerebbe oltre 23 miliardi di euro. Al momento le forze di governo smentiscono qualsiasi ipotesi di rialzo, così come qualsiasi manovra correttiva.

Ibc ritiene, insieme alle aziende della distribuzione moderna, che si debba puntare alla sterilizzazione della clausola e le coperture debbano essere trovate attraverso tagli alla spesa pubblica improduttiva. Se l’importo fosse recuperato interamente in deficit, infatti, lʼItalia violerebbe le regole del patto di stabilità e sarebbe ancora più a rischio la fiducia degli investitori che finanziano il debito italiano.

Un altro fronte di impegno associativo è quello del contrasto al progetto di legge sulle chiusure domenicali dei punti di vendita. Il provvedimento andrebbe contro i principi del libero mercato, in cui ogni azienda deve poter decidere orari e giorni di apertura in funzione delle sue strategie commerciali e dell’equilibrio del suo conto economico.

I consumi sono statici ed è paradossale che si pensi a provvedimenti che frenano gli acquisti. Ed è altrettanto paradossale che nell’era delle vendite on-line che permettono di fare acquisti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, si pensi all’introduzione di vincoli di apertura con effetti distorsivi sulle dinamiche competitive. Condividiamo questa battaglia con la Gdo contro una proposta di legge che non abbiamo esitato a definire antistorica.

La nostra collaborazione con la distribuzione moderna avviene anche su progetti di natura tecnica e operativa per l’efficienza e l’efficacia della filiera nell’ambito di GS1 Italy, l’associazione congiunta delle aziende industriali e distributive. Su questo piano, il nostro impegno per l’efficienza e l’innovazione tecnologica non è venuto mai meno e punta ora a velocizzare la diffusione del digitale in tutti gli stadi della nostra filiera.

Insieme alle scelte di politica economica che possano sostenere il livello dei consumi, la nostra associazione è impegnata sul fronte della salvaguardia della redditività di tutti gli operatori della filiera. Un obiettivo che passa anche attraverso una corretta competizione di mercato. Crediamo che il varo della Direttiva europea sulle Unfair trading practices nella filiera agroalimentare sia un fatto rilevante in questa direzione.

È stata riconosciuta l’esistenza del fenomeno, sono state identificate le pratiche commerciali scorrette e si sono aperte prospettive per l’evoluzione delle normative nazionali secondo una logica armonica ed europea. Il nostro auspicio è che queste linee guida siano seguite dal legislatore anche in Italia.

*dalla relazione presentata all’Assemblea Ibc 2019 da Aldo Sutter -  Presidente Associazione Industrie beni di consumo - Ibc