Cibo d’amore e di scienza
l'opinione di
La Scienza avanza, la cultura alimentare cresce, la consapevolezza di quello che viene portato in tavola aumenta sempre di più, anche grazie al mondo dell’etere! Stiamo vivendo una stupenda vita “smart e digital”, dove ogni informazione passa alla velocità della luce e nella quale bisogna esser in grado di selezionare e archiviare le notizie vere, quelle scientifiche e accreditate da quelle dettate dal “guru” di moda. Gli italiani sono sempre più digitalizzati: più di 35 milioni a navigare su internet e ben 4 ore e 40 minuti la media trascorsa quotidianamente sui social network.
In qualità di divulgatore scientifico per Fondazione Veronesi e food mentor credo fortemente nella consapevolezza e nella capacità di lettura delle etichette nutrizionali, nei claim e nei messaggi che nella GDO ci circondano. Perché rappresenta lo “strumento” immediato per fare prevenzione.
La salute è nelle nostre mani e attraverso un corretto stile di vita, una sana e consapevole scelta alimentare possiamo fare moltissimo: secondo l’OMS potremmo prevenire più del 50% dei tumori e più dell’80% delle malattie cardiovascolari. La conoscenza alimentare rappresenta un ingrediente prezioso per la nostra longevità. Per me cucinare è vero un atto d’amore. Per noi stessi, per le persone che amiamo, per tutti coloro che ci vogliono bene. Anche parlare di cibo e di salute rappresenta per me un modo per esprimere questo amore.
Mi vengono rivolte spesso molte domande sulle ragioni alla base delle mie scelte alimentari, dimostrando tanta passione, curiosità e, a volte, un po’ di “sana” confusione (che è sempre il miglior punto di partenza per imparare, migliorarsi e quindi volersi più bene). La prima risposta che do è questa e per me è una regola: non esiste un alimento che possa essere considerato “veleno” in senso assoluto, la differenza la fanno sempre la quantità, la qualità e la soggettività di ciascuno di noi. Non siamo tutti uguali, la genetica parla chiaro, non tutti accettiamo nello stesso modo i nutrienti di un alimento. Per questo è importante far parlare la Scienza e la ricerca con i loro dati.
Dovremmo imparare a mangiare non più di pancia, bensì con la testa ovvero prima di tutto saper rispettare il cibo, la materia prima, la terra che ci ospita.
Un esempio? Un tempo le fibre si assumevano per dimagrire o per “svuotarsi”. Sono passati però i tempi in cui integrale era sinonimo di dieta. Oggi ormai è assodato che l’assunzione di fibre serve a proteggersi ed è importantissima per la nostra salute. Un consumo regolare (superiore a 25 grammi al giorno, secondo le direttive dell’OMS) non solo regola il moto intestinale, ma è associato alla riduzione della colesterolemia totale e/o LDL (Low Density Lipoprotein, ndr), alla riduzione della glicemia e dell’insulinemia post-prandiali. Inoltre inulina, frutto- oligosaccaridi e galatto-oligosaccaridi (presenti nelle fibre) svolgono anche attività prebiotica: stimolano cioè in maniera selettiva la crescita e l’attività, nel microbiota intestinale, di lattobacilli e bifidobatteri, i batteri “buoni” del nostro intestino. Un intestino “attivo” è sinonimo di sistema immunitario forte e capace! Inoltre riduce il rischio cardiovascolare, anche perché correlato al miglioramento di una serie di fattori di rischio (dal profilo lipidico e infiammatorio al controllo glicemico, fino alla perossidazione lipidica e alle condizioni generali del microbiota).
Dove si trovano? Cereali integrali, legumi, frutta, verdura, oltre a frutta secca con guscio e semi. Questo è un esempio di come si sia trasformata ed evoluta la comunicazione food oriented: da un prodotto per pochi eletti e stitici ad uno di largo consumo, utile a fare prevenzione fin da piccoli. Il cibo è anche funzionalità: l’importante è conoscerlo e sapersi ascoltare.
Marco Bianchi, divulgatore scientifico, food mentor, scrittore, cuoco e conduttore televisivo, si dedica alla ricerca, alla prevenzione e alla promozione di un’alimentazione corretta e gustosa e di uno stile di vita sano. Tutto raccontato sul suo blog www.marcobianchi.blog.
Di se stesso dice: «Il mio obiettivo è quello di promuovere le regole della buona alimentazione e cerco di farlo come sempre a modo mio, con un linguaggio semplice, diretto, che parte dalla scienza e arriva sulle vostre tavole in maniera naturale e, spero, divertente».
L'editoriale di Marco Bianchi è pubblicato nella seconda edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy.
Per rimanere aggiornati e seguirlo sui social #OsservatorioImmagino