Intervista a Mr. Groupon
Quattro piani di palazzina, tra poster colorati, foto di feste, dipendenti in jeans e aree snack. In un contesto quindi molto lontano dagli uffici tradizionali delle grandi azienda italiane incontriamo Nicola Cattarossi, il numero uno di Groupon per l’area del Sud Europa (Italia, Francia, Spagna), diciotto anni di esperienza in aziende americane (da PwC alla Kellog’s, passando per Pepsi Cola) e approdato da tre anni alla guida di Groupon, colosso delle vendite online di offerte e prodotti in tempo reale.
«I trend vanno saputi cogliere in tempo per entrarci, prima della fase di crescita. Dopo è già troppo tardi»
Cattarossi, come è cambiato il mondo delle vendite online in questi ultimi anni?
Senz’altro il cambiamento più importante è stato per molte società, come per la nostra, il passaggio da Internet company a “mobile company”. Oltre il 60% delle transazioni sul nostro sito oggi avviene sul cellulare. Non solo, sul cellulare si vive l’intera esperienza di consumo: dalla scelta, alla prenotazione, all’assistenza, fino alla presentazione di un coupon, ormai virtuale. Tutto questo è completamente nuovo.
«Oggi tutta l’esperienza di consumo si vive attraverso il cellulare, è tutto completamente nuovo. Per questo è essenziale cogliere le tendenze sul nascere. E per qualunque azienda sarà impossibile restare fuori da internet»
Sono nate tante app però nel settore delle vendite: da quelle per i ristoranti a quelle dei viaggi, fino alle app che consentono di prenotare il parrucchiere.
Vero, e sono tutti molto bravi nei loro perimetri, sfruttano molto bene le potenzialità infinite del mondo mobile. Ma in realtà non c’è un vero concorrente che faccia il nostro stesso lavoro. Noi vendiamo veramente tutto: dal ristorante, all’evento, al prodotto.
Dicono che Coca Cola senza Pepsi Cola sarebbe fallita. La concorrenza fa bene.
Certo e per restare competitivi abbiamo sviluppato sistemi che potessero migliorare i nostri risultati. Per esempio oggi abbiamo sviluppato degli algoritmi che individuano i gusti dei nostri clienti secondo lo storico dell’acquisto e il profilo del consumatore. In questo modo abbiamo automatizzato molti passaggi e questo ci consente di muoverci su grandi volumi, sia di utenti che di offerte. Sono in Italia ne abbiamo 15.000 al giorno.
«Il cambiamento più importante è stato il passaggio da Internet company a “mobile company”. Oltre il 60% delle transazioni sul nostro sito oggi avviene sul cellulare»
Sono cambiati i gusti dei consumatori “made in Internet”?
Diciamo che sono cambiate le mode. Noi abbiamo mantenuto le categorie con cui siamo nati, i ristoranti, la cura del corpo eccetera, ma a questi abbiamo aggiunto i cinema, gli eventi, i parchi, le esperienze insomma, e hanno avuto successo.
Ora il must del momento è il Food Delivery, ovvero la consegna di cibo. Lo hanno fatto Foodora, Deliveroo e ora anche Uber. Groupon ha avviato dei test negli Usa, vedremo questo progetto anche in Europa?
È un settore che ha avuto una grossa esplosione, ma ora vedo gli operatori molti più prudenti.. Negli usa fanno molti test e progetti pilota. Per ora resta lì, poi si vedrà.
Tornando all’Italia, ci racconta la storia di qualche piccola azienda che ha trovato la fortuna grazie a internet?
Mi fa piacere parlare di “piccoli” perchè quando abbiamo iniziato abbiamo lavorato con piccoli imprenditori, aziende che non avevano nè sito, né tantomeno una app. E noi riuscivamo a fornire loro l’unica vetrina nel mondo digitale. Tra questi uno spazio termale, conosciuto a livello locale, ma sconosciuto al mercato di massa, che è riuscito a vendere 100mila coupon. Un record. Oggi ci confrontiamo anche con aziende più grandi, ma queste storie sono sempre interessanti da ricordare.
A cura di Lisa Serafini – continua a leggere l’articolo su Linkiesta