Il potenziale della GDO in Italia
Un’analisi sui dati dell’Osservatorio nazionale del commercio e dell’Osservatorio dei consumi di Findomestic stila la classifica delle opportunità della GDO
Palermo è la provincia italiana dove la gdo avrebbe il maggiore potenziale di sviluppo, Siracusa quella che invece offre le minori possibilità di business. A livello regionale il Lazio risulta l’area più attrattiva, l’Umbria quella con meno chance. Sono i risultati di un’analisi condotta mettendo a confronto redditi dei consumatori e densità commerciale, calcolata in termini di superficie di gdo ogni 1000 abitanti.
Il criterio della sola presenza di superfici commerciali per indicare la saturazione di una determinata area non è di per sé sufficiente: il problema dell’imprenditore non è che vi siano spazi da occupare quanto che in quegli spazi si possa indirizzare una clientela in grado di spendere. Per anni nei convegni dedicati alla distribuzione commerciale si è parlato, come ben sa chi frequenta il settore, dell’esigenza di uno sbarco nel Sud dell’Italia delle catene della gdo perché vi erano ampi margini di sviluppo della rete e c’è anche chi, italiano e non, ci ha provato, con scarso successo. Tralasciando i noti fattori ambientali, per usare un giro di parole, che rendono complicato agli imprenditori sbarcare in alcune zone d’Italia, non si era forse pesata con attenzione la capacità reale di spesa degli utenti e non si era nemmeno valutata correttamente l’incidenza che sul business alimentare poteva avere la presenza di canali alternativi di vendita e l’autoproduzione. Poi è arrivata la crisi degli ipermercati che ha portato tutti i retailer a un ripensamento degli spazi e i piani di sviluppo nel Mezzogiorno sono stati ampiamente ridimensionati.
Ma tornando ai nostri conti, i cui risultati presentiamo nelle due tabelle seguenti, spieghiamo brevemente come sono stati fatti: abbiamo preso i dati più recenti dell’Osservatorio nazionale del commercio, sommando, provincia per provincia piccole superfici riferibili alla gdo, supermercati e ipermercati e rapportando il totale così ricavato al numero degli abitanti, ricavando un primo indice. La maggiore densità di distribuzione si registra a Gorizia, con 446 metri, un dato 1,83 volte più elevato della media nazionale che si pone a 247,77 metri quadrati; il valore registrato dalla città giuliana va ovviamente letto alla luce dalla particolare situazione del capoluogo, dove è posto il confine con la Slovenia e quindi in realtà nel bacino di utenza bisognerebbe far rientrare anche i frontalieri della spesa. La seconda piazza è occupata un po’ a sorpresa da Vercelli (409), la terza da Udine, la quarta da Brescia. All’ultimo posto Palermo dove la densità non raggiunge i 100 metri quadrati ogni 1000 abitanti.
Per quanto concerne invece la disponibilità economica delle famiglie abbiamo adottato i dati di Prometeia sul reddito delle famiglie, ricorrendo al database utilizzato da Findomestic per il suo rinomato osservatorio dei consumi dei beni durevoli. A fronte di una media nazionale di 17.935 euro Milano vanta 27.486 euro, il 53% in più. Segue, staccata di quasi 2500 euro, Bologna. La provincia con il minor reddito è Caserta, con 10.683 euro.
Il rapporto tra il valore provinciale del reddito e la media nazionale è stato messo a numeratore con il rapporto tra la densità commerciale della gdo provinciale e quella nazionale. Se il risultato è superiore a 1 le possibilità che lo sviluppo di nuove superfici diano buoni risultati sono buone, se invece la frazione dà come risultato un valore inferiore a 1 c’è già troppa offerta per le possibilità reddituali della provincia.
Stessa metodologia è stata adottata per l’aggregazione dei dati su base regionale, anche se i dati sono meno interessanti perché all’interno delle aree vi sono realtà economiche e distributive molto diverse tra loro.
Classifica Provinciale (68,1 KB)
Classifica Regionale (65,9 KB)
A cura di Gino Pagliuca