Viaggio alla scoperta del Retail di New York
Il retail tour che Kiki Lab organizza dall’11 al 13 gennaio, integrato con la fiera NRF, porterà i partecipanti a visitare i concept retail più interessanti di Manhattan con un mix di format, posizionamenti e settori: ecco alcuni esempi di negozi ‘in lista’ (la scelta finale dei negozi verrà decisa in base agli interessi dei partecipanti).
Converse. Un flagship affascinante. A partire dalla location di Soho, un building d’epoca, con colonne in ghisa e soffitti alti. Sapiente l’uso del visual merchandising, molto accattivante e in linea con il target di riferimento e coerente con lo slogan “shoes are boring, wear sneakers”. Spazio alla de-standardizzazione, concetto che caratterizza questo brand che Nike ha acquisito una decina di anni fa, portandolo dal fallimento al successo. Un corner presenta una linea di sneakers realizzate con tessuti fatti a mano, in edizione limitata, disponibile solo in punti vendita selezionati. In fondo il lab per la personalizzazione, con processi assistiti dai tablet o dal personale specializzato. Al cliente non resta infine che completare il processo con la scelta, amplissima, dei lacci. Interessante la scelta di non esporre lo stock in area vendita, per facilitare un Visual merchandising attrattivo: è il cliente stesso che, dopo aver scelto modello e taglia, si reca a un banco per richiedere il prodotto. Il tema delle community creative è molto vicino alla mission del brand: Converse ha creato uno studio a Brooklyn, a disposizione di band e artisti poco conosciuti, che possono utilizzarlo gratuitamente.
Trader Joe’s. Un supermercato, di proprietà di uno dei fratelli Aldi (discount leader in Germania), che riesce a coniugare posizionamento di prezzo aggressivo con un ambiente caldo e accogliente, caratterizzato da una cartellonistica realizzata a mano da visualizer specializzati. Il successo è notevole: spesso bisogna mettersi in coda per entrare. E’ stato creato anche un format dedicato solo al vino, con caratteristiche simili e caratterizzato da un’offerta ampia e variegata, con la prevalenza di vini americani (in particolare californiani) e un’interessante offerta di vini biologici.
Kate Spade Saturday. La versione più giovane e conveniente delle boutique di abbigliamento e accessori Kate Spade. Lanciato nel 2012 in USA come e-tailer, il brand conta ora 13 negozi, dove vengono organizzati numerosi eventi in-store, con l’obiettivo di renderli dei destination stores. L’assortimento comprende abiti caratterizzati da colori vivaci, jeans, costumi da bagno, maglieria e una grande varietà di accessori, oltre a prodotti dedicati al beauty e alla casa e categorie cool, come frisbee e skateboard. Il digital ha una parte importante all’interno dei negozi: numerosi gli iPads strategicamente posizionati nel punto vendita, a disposizione dei clienti che possono consultarli per verificare prezzi e visionare informazioni sui prodotti, suggerimenti di stile, video e immagini caricati anche dai clienti stessi, costantemente coinvolti per interagire con il brand.
Macy’s. La catena storica dei grandi magazzini americani è anche quella che ha intrapreso più velocemente la strada del digitale, dell’e-commerce e della cross-canalità. Oggi è tra i primi a supportare il sistema Apple Pay, il nuovo sistema di pagamento elettronico via mobile che funziona con iPhone 6 e che crea un codice di sicurezza dinamico per convalidare ogni transazione. Altra novità: il "mobile wallet" del cellulare dove inserire in modo semplice le offerte e i coupon digitali collegati ai programmi di fidelizzazione e accessibili in modo fluido: in-store, via mobile, dal desktop di casa, sul sito del retailer o direttamente in cassa. In aggiunta alle app già esistenti, inoltre, il retailer ha introdotto la nuova app Image Search che consente di fare ricerche nell’assortimento disponibile sul sito semplicemente fotografando un abito o un accessorio visto per strada: al cliente verranno così proposti articoli similari presenti sul sito e pronti per essere acquistati.