03. Le politica per l’agro-alimentare
Gli scambi commerciali internazionali si stanno moltiplicando a un ritmo più veloce della crescita pur forte delle nostre esportazioni, facendo sì che l’Italia perda posizioni nel consesso dei paesi maggiori esportatori.
L’Italia perde quote
È l’impietosa analisi di Paolo De Castro, presidente della Commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo.
«Le nostre imprese», ha osservato De Castro, «faticano a raggiungere i mercati lontani per le loro dimensioni inadeguate. Debolezza aggravata, da un lato, dalla loro indisponibilità a fare rete e, dall’altro, dal proliferare delle barriere tariffarie e non».
Il ruolo dell’Europa
Barriere che l’Italia non ha la forza di contrastare da sola. «Se abbiamo ottenuto il riconoscimento d’importanti Dop nel negoziato bilaterale appena concluso con il Canada», ha fatto notare De Castro, «lo dobbiamo all’Europa, che è l’unica ad avere la forza, la dimensione e anche la competenza in materia commerciale per farlo. Noi ci avevamo provato per 20 anni senza risultati».
Di qui l’importanza di sfruttare il semestre italiano di presidenza Ue per far sì che l’Europa adotti misure che tutelino gli interessi della nostra industria alimentare. Come lo fa il pacchetto promozione appena approvato a Strasburgo, che assegna risorse per sostenere i prodotti agro-alimentari europei nel mondo in linea con quelle stanziate dagli Usa. «Quella agro-alimentare», ha concluso De Castro, «si sta dimostrando una delle poche filiere asset per il nostro paese. Se le diamo un po’ di benzina le nostre imprese potranno fare molto di più sui mercati internazionali».
Serve coordinamento
Un salto di qualità nell’interazione operativa tra pubblico e privato può essere propiziato proprio dall’Expo 2015. Ne è convinto il ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina. «Buona parte della nostra capacità d’impostare una strategia di medio periodo sulla partita dell’internazionalizzazione dell’agro-alimentare italiano», ha detto il ministro, «ce la giochiamo nei prossimi mesi. L’Expo ci determina con i suoi tempi».
Martina pare anche pienamente conscio del fatto che proprio sulle barriere tariffarie e non l’Italia si gioca il cuore della partita. Non per niente ha avviato con il ministero dello Sviluppo economico un tavolo di lavoro che si riunisce mensilmente.
Aiuti dal Governo
Quanto al sogno d’un grande retailer italiano che veicoli l’agro-alimentare italiano all’estero, Martina ci ha messo una pietra sopra. «Piuttosto che inseguire un obiettivo mancato», ha concluso Martina, «ritengo più utile lavorare a misure che possano incentivare le imprese italiane a dotarsi di piattaforme logistico-distributive all’estero».
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