01. Mercato europeo a due velocità

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Lo sviluppo delle piattaforme online è stato un tema centrale della terza edizione dell’E-commerce food conference, summit organizzato da Ecommerce School.

Il food è una delle categorie con la minore penetrazione nell’e-commerce. Dopo l’incremento esponenziale della domanda durante la pandemia e un andamento molto oscillatorio nei due anni successivi, oggi ci troviamo in una fase di maggiore maturità in cui la costruzione della crescita può diventare strutturale anche alla luce del fatto che alcune abitudini acquisite durante il Covid si sono consolidate. Tra queste l’uso del delivery per la consegna del cibo a domicilio oppure l’uso dell’e-commerce per frammentare i propri acquisti nel tempo, al posto di sostenere una grossa spesa alimentare una volta alla settimana o ogni quindici giorni. In tale contesto di consolidamento, l’offerta diventa una leva fondamentale per cambiare i comportamenti di consumo.

Roberto Longo, partner di McKinsey & Company, descrive un mercato europeo dell’e-commerce food a due velocità con una penetrazione del 10% nel Nord Europa, prevista in aumento al 18% entro il 2030, e del 3% nei paesi del Centro-Sud Europa, prevista al massimo all’8% fra sei anni. Questa disparità è dovuta alla diversa rilevanza degli investimenti da parte di brand e retailer nelle due aree geografiche.

IL FUTURO IN CINQUE TENDENZE

Longo delinea cinque trend che caratterizzeranno il food e-commerce nei prossimi dieci anni; due sono legati alla domanda e riguardano:

  • La ricerca del valore con conseguente frammentazione della spesa. La maggior parte dei consumatori visita ogni settimana 2/3 insegne fisiche o online e questo rende complicata la fidelizzazione.
  • La richiesta di sostenibilità per la quale il consumatore è disposto a pagare un po’ di più.

Dal lato dell’offerta, invece, ci troviamo e ci troveremo di fronte a:

  • Un ecosistema complesso di attori in continua evoluzione con player che entrano, che escono o si aggregano.
  • La ricerca di una crescita profittevole online attraverso azioni e strumenti che rendano sostenibile economicamente l’attività anche con il supporto della business intelligence per la definizione del prezzo e l’efficientamento dei costi di delivery.
  • L’incremento degli investimenti nei retail media. Già oggi negli Stati Uniti questo canale ha un peso maggioritario sul totale dell’advertising destinata all’online. Anche in Italia qualche operatore si sta muovendo sulla scia del modello anglosassone. Il retail media potrebbe infatti aiutare a raggiungere il gap di profittabilità che i player vanno cercando.

A cura di Jessika Pini