economia

Triplicata la caduta del Pil

Lo scorso 19 Aprile, Prometeia ha presentato a Bologna l’edizione 2013 del Rapporto di Previsione, relativo alle prospettive di breve-medio termine dell’economia internazionale e italiana.

Rispetto alle previsione che Prometeia aveva fatto tre mesi fa, la caduta attesa del PIL italiano nel 2013 è quasi triplicata raggiungendo il -1,5% e l’Italia sarà fuori dalla recessione non prima del secondo semestre 2014. L’ampiezza inusuale di questa Illustrazioni_2011-39.pngrevisione della previsione si spiega con la fase ciclica che stiamo vivendo: l’economia italiana sta pagando un costo molto elevato a causa della situazione che si è venuta a creare per il succedersi delle crisi dei debiti privati e dei debiti sovrani.

Se da un lato, rispetto a un anno e mezzo fa, la situazione italiana è molto migliorata e ne è conferma lo spread Btp-Bund, che si attesta stabilmente attorno ai 300 pb, e l’indebitamento delle Ap, che è rientrato al 3%, dall’altro la caduta di Pil è stata ingente (-3.7% tra il 2011 e il 2012) e non è diminuita di intensità: dopo un’attenuazione del ritmo di riduzione dell’attività economica durante la scorsa estate, in autunno la recessione è tornata a mordere con una caduta dello 0.8%, che ha lasciato al 2013 un’eredità negativa (un punto di Pil) e superiore alle attese. L’inizio dell’anno si è invece confermato più sereno. La produzione industriale è cresciuta in gennaio (1%) e, dopo un rimbalzo negativo in febbraio (-0.8%), Prometeia prevede che risulti nuovamente in crescita in marzo (0.5%): il primo trimestre si chiuderebbe dunque con una sia pure modestissima crescita della produzione industriale e una caduta del Pil (-0.2%) in decisa attenuazione rispetto alla fine dello scorso anno.

Sono due i fattori di novità di questa prima parte dell’anno: il primo è l’incertezza politica apertasi con l’esito delle elezioni di fine febbraio, il secondo la carenza di liquidità che dal sistema bancario si è trasmesso al settore privato e rischia di avvitarsi in un circolo vizioso.

Il pagamento di 40 mld di crediti della pubblica amministrazione, appena deliberato con il D.L. 35/2013, potrebbe consentire di alleviare, almeno in parte, i vincoli di liquidità per alcune imprese e, nell’ipotesi che siano effettuati nei tempi previsti, Prometeia stima che possano contribuire ad aumentare il Pil dello 0.2% nel 2013 e 0.3% nel 2014.

La domanda estera si conferma come l’unico traino possibile e le esportazioni l’unica componente della domanda in crescita per il terzo anno consecutivo. Il rafforzamento del ciclo internazionale riporterà positiva la crescita del Pil alla fine dell’anno e sosterrà la ripresa degli investimenti in macchinari e impianti. L’eredità negativa del 2013 condizionerà invece anche il 2014 per i consumi delle famiglie che, pur interrompendo la caduta, per il terzo anno consecutivo registreranno nella media dell’anno un’altra flessione.

Il Pil tornerà dunque a crescere dall’ultimo trimestre di quest’anno, ma sarà solo nella seconda metà del 2014 che tutte le componenti di domanda si riporteranno su tassi di crescita positivi, mantenendosi tuttavia ben lontani dall’aver recuperato i livelli sui quali l’economia italiana si trovava prima dell’avvio della crisi finanziaria.

Nel 2015 si avrà un ulteriore rafforzamento, ma dopo otto anni di crisi: il Pil sarà ancora inferiore di 5.8 punti percentuali, si saranno perse 1 milione 390 mila unità di lavoro e il tasso di disoccupazione sarà più alto di 5.9 punti; gli indicatori macroeconomici del benessere delle famiglie, i consumi pro-capite e il reddito disponibile pro-capite, saranno inferiori al livello pre-crisi rispettivamente di 0.3 e 13.2 punti percentuali. Saremo tornati ai livelli di reddito del 1986.