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Instabilità e varianza settoriale, gli “up and down” della domanda

Gli aggiornamenti di Congiuntura REF

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È iniziata una ripresa dei consumi, guidata dalle campagne vaccinali

Con l’avanzare delle campagne vaccinali, e il progressivo arretramento nei numeri della pandemia, è iniziata una fase di graduale rimozione delle misure introdotte per garantire il distanziamento sociale. Tuttora l’evoluzione della pandemia resta incerta; le tendenze che prevarranno dipenderanno dalla percentuale di persone vaccinate, dall’estensione delle campagne vaccinali alle economie emergenti, e dalle caratteristiche delle mutazioni del virus. Lo scenario ritenuto però più probabile è che con i progressi nelle campagne vaccinali si possa riuscire a contenere l’epidemia tornando gradualmente verso la normalità nelle relazioni sociali e nei rapporti economici.

Nei mesi scorsi le misure di distanziamento hanno avuto effetti sui rapporti economici, e modificato la struttura della domanda in maniera differenziata.

Vi sono settori che hanno tratto addirittura beneficio da queste limitazioni; il caso più emblematico è quello dell’elettronica, data la forte crescita degli acquisiti di pc e tablet collegata alla didattica a distanza e allo smartworking.

In altri casi l’effetto è stato negativo, ma limitatamente alle settimane del lockdown della scorsa primavera; si pensi ad esempio a molti beni di consumo o alla filiera dell’edilizia.

Altri comparti hanno invece risentito profondamente degli effetti della pandemia; si tratta prevalentemente di attività dei servizi, della filiera del turismo e degli spettacoli. Fra i beni la crisi ha colpito duramente l’abbigliamento e le calzature, dato il mutamento delle abitudini legato alla riduzione del tempo trascorso fuori casa.

Naturalmente, alla diversa reazione delle varie componenti della domanda corrispondono anche andamenti molto differenziati dei settori produttivi.

Una caratteristica di questi comportamenti di consumo è che, derivando soprattutto da scelte di tipo normativo, è possibile che, al cambiare delle regole di distanziamento, essi subiscano modifiche molte veloci. Vale a dire che, così come con i lockdown abbiamo visto l’attività di alcuni settori crollare nell’arco di pochi giorni, allo stesso modo, con le riaperture, sono possibili dei recuperi molto veloci.

Alcune evidenze in questa direzione caratterizzano anche gli indicatori congiunturali più recenti, come il clima di fiducia dei consumatori e delle imprese che, in aprile-maggio, hanno evidenziato forti recuperi, in corrispondenza con le riaperture. In particolare, un miglioramento significativo ha caratterizzato le imprese dei servizi.

Figura 1 – Clima di fiducia

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Fonte: Inchieste Istat

Questo tipo di recuperi è peraltro in corso in molti paesi contemporaneamente. Negli USA, dove le campagne vaccinali hanno registrato progressi più rapidi, la ripresa dei consumi è iniziata già da alcuni mesi, supportata anche dai massicci trasferimenti di risorse alle famiglie mobilitati dal Piano Biden. Nei paesi dell’area euro il recupero è più recente, ma comunque anche nel nostro caso si preannuncia piuttosto marcato.

Conseguenze della ripresa sullo scenario economico internazionale

Stiamo quindi per andare incontro a un rimbalzo dell’attività economica condiviso a livello internazionale.

Tale rimbalzo avrebbe caratteristiche particolari, in quanto vedrebbe una concentrazione dell’aumento dei consumi in quelle voci che sono state più penalizzate dalla crisi.

Questo vuol dire che, così come nei mesi scorsi si è osservata una normalizzazione dell’attività prevalentemente nei settori industriali produttori di beni, nei prossimi mesi la ripresa si sposterebbe soprattutto vantaggio dei servizi. Anzi, i consumi di alcuni beni che hanno attratto risorse normalmente destinate agli acquisti di servizi – è il caso degli acquisiti di beni legati all’informatica o altre spese per l’abitazione come l’arredo - potrebbero vedere anche un arretramento della domanda.

Il cambiamento del mix dei settori in recupero e settori in frenata avrebbe anche conseguenze sulle caratteristiche dello scenario macroeconomico generale.

Innanzitutto, se la prima fase della ripresa è stata prevalentemente industriale, e quindi ha attivato flussi di scambi commerciali internazionali significativi, la nuova fase sarebbe caratterizzata da un basso contenuto di scambi di merci.

La prossima fase della ripresa dovrebbe essere anche a minore intensità di commodities, al netto del recupero dei consumi di carburanti per la ripresa della mobilità. Dovremmo vedere quindi un allentamento delle tensioni sui mercati delle materie prime e sui costi di produzione, rispetto a quanto osservato nei mesi passati quando la domanda era tutta spostata sui consumi di beni.

Inoltre, vi sarebbe un recupero dei flussi turistici internazionali, che invece sono sinora rimasti su livelli depressi. Il recupero sarà però graduale e certamente non torneremo presto sui livelli del turismo internazionale precedenti la crisi.

Le condizioni per una ripresa forte

I cambiamenti in termini di composizione della domanda e struttura settoriale della crescita cui assisteremo nei prossimi mesi sono quindi significativi. Oltre agli effetti delle riaperture vi sono però altri elementi che potranno giocare un ruolo nell’orientare il tono della domanda. Possiamo riepilogarli facendo riferimento a cinque aspetti principali.

Il primo è rappresentato dalle spinte alla domanda che potranno derivare dell’orientamento delle politiche economiche. Man mano che la ripresa tenderà a consolidarsi dovremmo vedere gradualmente una attenuazione delle misure a sostegno dei redditi delle famiglie. Questo avverrà con un diverso gradualismo a seconda dei paesi. In Italia è soprattutto dal 2022 che la politica fiscale dovrà avviare una fase di rientro del deficit pubblico.

Il secondo elemento è dato dai riflessi occupazionali della ripresa. I settori interessati dal recupero dei prossimi mesi sono a elevato contenuto di occupazione, come nel caso delle attività legate al turismo. Tuttavia, non è detto che la ripresa porti a un completo riassorbimento dei lavoratori che hanno perso il posto durante l’ultimo anno. Man mano che la ripresa si consolida verranno anche meno le misure di sostegno al reddito e i vincoli ai licenziamenti, e questo peserà sul saldo occupazionale e sul mood dei consumatori.

Il terzo punto, collegato ai due precedenti, è rappresentato dagli effetti che osserveremo sulle condizioni economiche dei nuclei di famiglie più svantaggiate. Se con la rimozione del vincolo ai licenziamenti registreremmo molte cessazioni di rapporti di lavoro, l’aumento della quota delle persone in condizioni di disagio sociale sarà probabilmente significativo. Per questo è importante che il sistema degli ammortizzatori sociali, che sinora si è basato soprattutto sull’utilizzo della Cig, venga adeguatamente rafforzato per fronteggiare le emergenze dei prossimi anni.

Il quarto è costituito dai cambiamenti nella domanda legati alla percezione dei rischi, e quindi alla eventualità che le famiglie siano diventate più prudenti. Non si deve trascurare l’eventualità che una crisi come quella che abbiamo attraversato abbia in una certa misura modificato la percezione dei rischi da parte delle famiglie, determinando un aumento della quota di risparmio spiegata da fattori di tipo precauzionale.

Infine, l’impoverimento di una fascia della popolazione e una maggiore cautela nelle spese possono modificare la struttura dei consumi portando a un downgrade delle caratteristiche dei prodotti acquistati. In particolare, questo può favorire i formati distributivi più economici, come ad esempio i discount, e i prodotti private-label a basso prezzo. Questa tendenza si sovrapporrebbe al cambiamento di natura strutturale che ha caratterizzato le vendite online. Va considerato che internet, proprio perché consente di confrontare i prezzi dei prodotti in maniera più semplice, è uno strumento che tende ad aumentare l’elasticità della domanda al prezzo.

Per questo produttori e distributori dovranno inseguire con un’offerta diversa e conveniente un consumatore più povero e più prudente.  

A cura di Fedele De Novellis