01. Consumi e famiglie

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Durante gli ultimi anni l’andamento della spesa delle famiglie si è disallineato da quello del reddito a seguito degli effetti degli shock che si sono verificati ed alle risposte messe in atto per contrastarli. La pandemia, le misure di distanziamento, la crisi energetica e l’inflazione hanno difatti profondamente modificato abitudini e comportamenti delle famiglie.

Tali fenomeni di entità eccezionale sono ormai in fase di rientro: la spinta ai consumi offerta dalle riaperture post-pandemia si sta esaurendo, il tasso di risparmio delle famiglie si è ormai normalizzato, e gli aiuti del Governo contro il rincaro dei prezzi stanno progressivamente venendo meno. Il 2023 sarà quindi l’anno in cui l’andamento dei consumi si riposizionerà su livelli coerenti con il reddito delle famiglie.

Secondo i dati di contabilità nazionale pubblicati dall’Istat, nel primo trimestre del 2023 la spesa delle famiglie italiane è cresciuta dello 0.5% rispetto al quarto trimestre del 2022. Il risultato italiano è stato migliore rispetto alle altre principali economie europee: ad inizio 2023 la spesa delle famiglie è rimasta stazionaria in Francia (+0.1%) e si è contratta in Germania e Spagna (-1.3%) rispetto agli ultimi tre mesi dello scorso anno.

Dostributore_RefRicerche.png In particolare, sono aumentati in Italia i consumi per beni durevoli (+2.0%) e non durevoli (+1.4%), mentre si contraggono i consumi per beni semi-durevoli (-3.1%). Rimane invece di fatto stazionaria la spesa delle famiglie per servizi (+0.1%).

Sul versante dei prezzi, il superamento della fase più acuta della crisi energetica e il rientro delle quotazioni del gas hanno iniziato ad alleggerire la pressione delle utenze domestiche sui bilanci familiari. Tuttavia, l’inflazione rimane ancora su livelli elevati, al 7.6% a maggio: se da una parte si sta progressivamente spegnendo il contributo dei prodotti energetici all’inflazione, dall’altra l’inflazione di fondo (vale a dire al netto della componente energetica e dell’alimentare non lavorato) rimane su livelli elevati, posizionandosi a maggio al 6%. Nonostante i primi segnali di aumento dei salari in base ad alcuni rinnovi contrattuali, la crescita delle retribuzioni in termini reali è rimasta di segno negativo.

Dalle indagini presso le famiglie condotte dall’Istat emergono segnali in parte contrastanti: l’indicatore complessivo del clima di fiducia delle famiglie è in risalita rispetto ai minimi di fine 2022, ma ancora su livelli bassi se confrontati con quelli precedenti lo scoppio della pandemia. In particolare, il miglioramento si deve alle aspettative circa il livello futuro dei prezzi, che sono letteralmente crollate a partire dalla fine dello scorso anno. Al tempo stesso però, l’ottimismo delle famiglie si scontra con un rientro dell’inflazione che procede più a rilento del previsto, motivo per cui i giudizi di queste rispetto all’andamento del bilancio familiare o alla possibilità di acquisto di beni durevoli stanno continuando a deteriorarsi.

Una nota positiva, infine, deriva però dalle aspettative delle famiglie sulla disoccupazione, che si mantengono su livelli molto bassi: il mercato del lavoro ha registrato andamenti positivi nel corso dell’ultimo anno, e le famiglie ne sono pienamente consapevoli. Nel corso del 2023, inoltre, si faranno più consistenti gli incrementi salariali, contribuendo a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie.

Figura1-2_RefRicerche_giu23.pngFigura 1 - Inflazione al consumo / Figura 2 - Clima di fiducia dei consumatoriFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat, giugno 2023

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