gs1

I numeri del Non Food

Dieci anni di digitalizzazione è il tema scelto dalla XV edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy: un bilancio caratterizzato da una riduzione dei consumi e dallo sviluppo della società digitale.

L’arrivo sul mercato, il 29 giugno 2007, del primo iPhone ha segnato l’avvio dell’era digitale, della trasformazione ancora in corso e di cui non abbiamo chiari i risvolti e le evoluzioni future.

«Viviamo nell’eterno presente, con grandi problemi a decifrare il futuro», afferma Edmondo Lucchi, responsabile new media e internet GfK al convegno di presentazione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, che ha tracciato un bilancio di questi ultimi dieci anni in cui la digitalizzazione è entrata prepotentemente nella quotidianità di ognuno, scardinando equilibri consolidati anche nel mondo del retail.

«Negli ultimi 10 anni il consumatore ha definitivamente cambiato il suo modo di fare acquisti» afferma Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Questo ha avuto un forte impatto sui consumi non alimentari sia in termini di valore assoluto che di canalizzazione delle vendite e ha innescato meccanismi e reazioni differenti nei singoli comparti del Non Food». Gli impatti sul comportamento di acquisto e di scelta del “luogo”, fisico o digitale, dove fare acquisti hanno modificato il ruolo dei diversi canali distributivi, ne hanno fatto nascere di nuovi e hanno spostato le relative quote di mercato, anche e soprattutto nei settori del Non Food.

Tanto che  oggi ilconsumatore si muove con disinvoltura nel mondo digitale: dal multichannel, all’omnichannel verso la no-channel era.

Nel 2016 i 13 settori (mobili e arredamento, abbigliamento e calzature, bricolage, cartoleria, edutainment, casalinghi, elettronica di consumo, prodotti di profumeria, prodotti per automedicazione, giocattoli, gioielli e orologi, prodotti di ottica, tessile) monitorati dall’Osservatorio Non Food di GS1 Italy hanno totalizzato consumi per un totale di circa 102,5 miliardi di euro, pari al +1,0% rispetto al 2015.

Tra i settori top per crescita nel 2016 troviamo i giocattoli (+4,7% sul 2015), l’edutainment (homevideo, libri, supporti musicali e videogiochi +4,3%), e l’elettronica di consumo (+3,4%). L’unico settore ad aver chiuso l’anno con un segno negativo importante è quello di abbigliamento e calzature (-2,3%).

osservatorio_nonfood_gs1italy.jpg

Fonte: elaborazioni TradeLab per Osservatorio Non Food 2017 di GS1 Italy

I dieci anni considerati, anche per il mercato dei beni non alimentari, come per la restante parte dei consumi, si sono chiusi con un periodo di ripresa, insufficiente però a recuperare le cifre iniziali e caratterizzato da una bassa intensità e da un percorso in rallentamento (+1,4% nel 2015 e +1,0% nel 2016): questo manifesta ancora notevole incertezza per il futuro.

Un calo lungo dieci anni

L’Osservatorio Non Food, infatti, registra negli ultimi dieci anni un calo dei consumi nei 13 settori di 11,5 miliardi di euro. Con dinamiche diverse. Il mondo casa (mobili, arredamento e casalinghi) ha lasciato sul terreno il 15% in valore (scendendo nel 2016 a 18,3 miliardi di euro), perdendo tuttavia un solo punto di quota sui consumi Non Food complessivi (dal 19,0% del 2007 al 17,9% del 2016). 

In calo anche l’elettronica di consumo (-7% a valore), ma con trend molto differenti: diminuiscono gli acquisti di prodotti informatici, fotografici e di elettrodomestici bruni (in primis televisori e hi-fi), mentre guadagnano spazio bianchi e piccoli elettrodomestici e soprattutto la telefonia, uno dei segmenti più dinamici degli ultimi 10 anni.

Quasi il 12% della spesa non alimentare viene dedicata al bricolage, che ha ridotto però il proprio giro d’affari del 4,7% (quasi 600 milioni di euro) nell’arco del decennio. Il minore potere d’acquisto ha comunque favorito il fai-da-te rispetto al ricorso ad artigiani specializzati.

Il quadro del comparto Non Food si chiude con il settore dell’entertainment, rappresentato dai segmenti edutainment, giocattoli e cancelleria (in quest’ultimo caso l’attinenza con il mondo riguarda una parte della categoria, ma le tendenze di massima sono le stesse). Complessivamente nel 2016 questo settore ha assorbito 5,8 miliardi di euro, ossia il 5,7% del totale dei consumi non alimentari, con una contrazione di circa il 13,5% nel decennio. I cambiamenti maggiori sono avvenuti nell’edutainment grazie alle modalità di fruizione digitale che hanno aperto nuove opportunità in termini di volumi e target di consumatori e hanno impattato positivamente sui valori unitari di vendita.

«Nel decennio sono emerse nuove derive dei consumi, rappresentate dai servizi e dai prodotti a maggiore contenuto di servizio», spiega Luca Zanderighi, fondatore e partner Trade Lab. «Il consumatore ha rivisto le sue priorità di consumo e  ne ha ridisegnato i percorsi facendone un nuovo stile di vita». Si spiega così il “fenomeno” dell’ultimo decennio, ossia il comparto non tecnologico che ha conquistato più spazio tra le preferenze degli italiani nonché l’unico con una performance positiva. È il mondo del “bellessere”, cioè l’aggregato di tutte le categorie dedicate al benessere fisico ed estetico del consumatore (articoli per lo sport, prodotti di automedicazione, prodotti di profumeria e ottica). Complessivamente tra 2007 e 2016 questi consumi sono cresciuti del 20,5%, raggiungendo il 19,5% dell’universo non alimentare e guadagnando 5 punti in più di quota di mercato. 

A cura di Fabrizio Gomarasca

Per un approfondimento puoi scaricare lo Speciale Osservatorio Non Food: 10 anni di digitalizzazione o visita il sito web dell'Osservatorio Non Food di GS1 Italy.