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Eh sì, siamo un po’ tutti “perennial”

l'opinione di

Manuela Soressi

Perennial: persona in grado di adattarsi alle novità e ai cambiamenti, a prescindere dall’età anagrafica”. Così si legge nella Treccani, che già dal 2020 ha inserito questa parola tra i neologismi di uso comune in Italia. Del resto, come potrebbe essere altrimenti visto che siamo di fatto un popolo di perennial? Lo dicono le statistiche: la propensione ad acquistare prodotti innovativi accomuna generazioni diverse e raggiunge l’intensità maggiore presso i millenial (i nati tra 1982 e 2011) e presso la generazione X (1967-1981), come evidenziano le analisi del campione di consumatori (consumer panel services) di GfK.

Se per i primi spesso la capacità di accogliere le novità e di assecondare i cambiamenti è connaturata alle esperienze che caratterizzano la prima parte della vita, per chi appartiene a fasce di età più elevate è una scelta precisa, non necessariamente obbligata né funzionale.

Rinnovarsi e “ammodernarsi” nutre l’autostima e alimenta la sensazione di poter fare, imparare o esplorare cose mai immaginate e che, anziché rimandare al passato, aprono una finestra sul futuro e possono diventare straordinarie forze che stimolano la creatività. “La pulsione all’innovazione, ad avere l’ultimo prodotto, ma anche a essere alla moda, a seguire uno stile del presente è il bisogno che fa apprezzare le sfide e le sorprese e che spinge ad affrontare l’ignoto per cambiare e sentirsi più vivi” si legge nell’ultimo rapporto Ipsos a proposito della “neofilia”, condivisa dal 51% della popolazione italiana.

Ipsos ha voluto approfondire la portata di questo fenomeno in cui si incrociano motivazioni razionali e pulsioni irrazionali. Da un lato ci sono quel 37% di italiani che ha fiducia nell’innovazione tecnologica e l’altro 37% che la ritiene fondamentale nella vita quotidiana. Il 36% che adora tutto ciò che incarna la modernità e il 18% di ipertecnologici. Ma c’è anche quel 15% che vuole sentirsi sempre smart.

Dunque, a spingere ad aprirsi a novità e cambiamenti sono sì il desiderio di maggiore comodità e la curiosità verso il nuovo, ma anche il desiderio di rinnovare la routine e la pulsione a essere partecipi del flusso dell’attualità.

Quindi, rimanere indietro sembra l’incubo da scongiurare oggi, anche a livello sociale. Mentre essere sempre avanti, sempre in anticipo, permette di presentarsi come avant-gardisti o come anticonformisti. Ma anche di combattere la noia, uno dei maggiori assilli dei perennial del terzo millennio, giovanissimi compresi. Vi dice niente la canzone vincitrice dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, manifestazione “perennial” per eccellenza: ossia la “Cumbia della noia”?