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Le spillette di Pinterest, il social al femminile

Per chi ancora non lo conoscesse, Pinterest è un nuovo social network basato sulla condivisione di immagini e video e focalizzato sulla “content curation”, cioè un modo di gestire, strutturare e condividere dei contenuti. Non è certo l’unico social ad avere questo scopo (basti citare Flipboard o Pearltrees e, per quanto riguarda la condivisione di immagini, Flickr o Picasa) eppure è riuscito a distinguersi e ad emergere nel web. Pinterest permette di collezionare ciò che più ci piace e di creare un collage della nostra identità, dei nostri interessi. Si crea così un caleidoscopio di immagini che parlano, che raccontano, che si incontrano e che si condividono. Sono immagini che a volte riescono a svelare più di un post e soprattutto, per loro natura, non hanno barriere linguistiche.

C’è chi lo definisce “il Social Media del 2012”, chi “il successore di Facebook” e se si dà ascolto ai numeri, queste definizioni non sono neanche tanto azzardate come sembrano: Pinterest ha raggiunto più di 11 milioni di utenti in tempo record, il suo valore è di circa 200 milioni di dollari e il tempo medio di permanenza sulla piattaforma è di 16 minuti, molto più dei 12,1 minuti su Facebook. Sempre a proposito di numeri, secondo una ricerca di ComScore oltre il 90% degli utenti è costituito da donne tra i 25 e i 54 anni e i temi più trattati sono inerenti alla cucina, alla moda, ai bambini, alla casa e al beauty.

Ma come funziona Pinterest? Avete presente le vecchie lavagne di sughero su cui si appendono foto, cartoline e post-it con le puntine da disegno colorate? Bene. Pinterest funziona più o meno così. Ogni utente può creare delle board tematiche nelle quali “appendere” dei pin (immagini, video, foto e infografiche che esprimono i propri interessi), fare il repin dei contenuti di altri utenti e naturalmente fare clic su “Like” per esprimere il proprio apprezzamento, lasciare un commento e seguire gli utenti oppure le singole board che destano in noi interesse e curiosità. Inoltre, per “pinnare” (l’ennesimo neologismo nato dai social network!) le immagini direttamente dal web, Pinterest mette a disposizione il “pin-it button” da aggiungere all’interno del proprio sito (funziona come il pulsante “Mi piace” di Facebook), mentre Google Chrome introduce il “Pinterest Right Click” che permette di condividere in modo veloce immagini utilizzando il tasto destro del mouse.

Questo suo essere semplice, immediato e intuitivo ha catturato l’attenzione anche dei brand, che stanno facendo sempre più capolino sulla piattaforma, fiutando la possibilità di accrescere l’awareness, di fare advertising e di comunicare la brand image in modo semplice e in un contesto innovativo. Le aziende possono infatti mettere “in vetrina” i loro prodotti, creando dei veri e propri cataloghi, e accompagnarli con descrizioni. Pinterest quindi non solo sembra adattarsi perfettamente all’e-commerce, al lancio di nuovi prodotti e alla creazione di contest, ma può anche essere utilizzato dai brand per capire e studiare gli interessi degli utenti, le storie connesse ai loro prodotti e le esperienze nate dal loro utilizzo, per magari trarne ispirazione e dar vita a nuovi progetti. Coca Cola (pinterest.com/cocacola), Kraft foods (pinterest.com/kraftrecipes), McDonald’s (pinterest.com/mcdonaldscorp) Lindt (pinterest.com/lindtchocolate) hanno già un account e comunicano su Pinterest in modo attivo.
Non solo aziende industriali, però: in Francia Monoprix (pinterest.com/monoprix) è stato il primo retailer a cercare di sfruttare la novità e le opportunità offerte da Pinterest. All’interno del suo profilo ha condiviso immagini e video di prodotti della propria marca commerciale, che hanno stimolato gli utenti a interagire con l’insegna e i prodotti pubblicati, creando potenziale traffico in punto vendita e verso il sito per l’acquisto online courses.monoprix.fr.

Insomma, questo nuovo Social che diverte, incuriosisce e piace sia per la sua semplicità che per il suo essere un po’ vanesio, si rivela utile per gli utenti e per le aziende ed è lontano dall’essere una semplice meteora del web.

A cura di Tiziano Tassi, Co-fondatore e CEO Caffeina
Federica Clarizio, Community Manager Caffeina
www.caffeinalab.com