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Competizione, innovazione e opportunità nell’era delle liberalizzazioni

All’interno dell’Ecr Europe Forum & Marketplace di quest’anno non poteva mancare un incontro interamente dedicato a uno degli argomenti di maggiore attualità e importanza per il largo consumo: il processo di liberalizzazione. La mattina dell’8 maggio il dibattito, che ha visto il susseguirsi di speaker d’eccezione, si è concentrato infatti sulle opportunità in termini di crescita, innovazione e competitività che i mercati in regime di deregulation possono portare al largo consumo e ai consumatori. Con particolare attenzione all’Italia, dove la recente introduzione dei prodotti parafarmaceutici negli assortimenti dei retailer inizia fare vedere i propri effetti.

«Negli ultimi quattro decenni, i comportamenti di consumo degli italiani e l’offerta delle aziende sono radicalmente cambiate. L’assortimento dei retail si è adeguato ai nuovi bisogni del consumatore, che spende sempre meno per i beni tradizionali e desidera trovare nei supermercati prodotti innovativi. Il punto vendita diventa allora necessariamente un contenitore di servizi alternativi e integrati». Ha esordito così Massimo Visconti, retail & consumer product practice leader di Ernst & Young. La sua introduzione all’incontro si è concentrata soprattutto sull’importanza dell’innovazione e del suo ruolo nel mercato dei beni di consumo. Essere innovativi e investire per migliorare i servizi deve rappresentare una priorità sia per l’industria che per la distribuzione se vogliono andare incontro alle esigenze del consumatore. «Di conseguenza, in questo scenario - ha continuato Visconti - le liberalizzazioni rappresentano un’incredibile opportunità di business per i retailer, come dimostra il caso del Regno Unito, dove i prodotti farmaceutici da banco (Otc) e quelli senza obbligo di prescrizione (Sop) continuano a registrare un trend positivo». Come rilevato da Visconti, esistono degli aspetti dai quali è impossibile prescindere. In primo luogo la deregulation è inevitabile, si tratta di una naturale evoluzione del mercato alla quale non ci si può opporre. Inoltre, da una parte i retailer hanno bisogno di crescere e le categorie-salute offrono un’opportunità per allargare l’assortimento, dall’altra i costi per la salute crescono costantemente e i consumatori guardano sempre più a delle alternative.

Analizzare in modo congiunto il punto di vista dell’industria e della distribuzione è da sempre una delle caratteristiche che contraddistingue l’Ecr Europe Forum & Marketplace. Durante questo seminario, Alex Parker di Johnson & Johnson e Ornella Barra di Alliance Boots hanno rappresentato rispettivamente il punto di vista della distribuzione e dell’industria nel settore farmaceutico. Entrambi hanno tracciato un quadro dei potenziali sviluppi del comparto e delle conseguenze per clienti e consumatori, concordando nel ritenere di importanza cruciale il proprio ruolo. In particolare in questa fase di transizione, si rende necessario un impegno costante da entrambe le parti nel fornire un supporto efficiente e attivo al consumatore. Ricordando l’esperienza dei due mercati “liberi” per eccellenza quali Gran Bretagna e Stati Uniti, Alex Parker ha concluso che «L’opportunità che ci viene offerta dal processo in atto è unica. Industria e distribuzione devono avere il comune obiettivo di fornire il miglior servizio possibile ai consumatori europei». Sull’individuazione del modello di sviluppo Ornella Barra di Alliance Boots ha sottolineato: «Esistono molte differenze tra i paesi europei e ciò è testimoniato dalle molteplici reazioni assunte nei confronti del processo di deregulation. Non possiamo pensare di trasferire in Italia il modello inglese, dal quale ci separano differenze storiche, sociali ed economiche di ogni tipo». L’importanza di una corretta informazione come leva di uno sviluppo effettivo è stata al centro della seconda parte dell’intervento di Ornella Barra: «È fondamentale un approccio diverso nei confronti del consumatore, la farmacia deve essenzialmente evolvere e diventare quella che io chiamo “la casa delle salute”, dove il paziente può trovare tutto il necessario. Il nostro obiettivo - ha continuato - non è capovolgere il sistema attuale, ma evolversi adeguandosi al cambiamento. Solo se tutti gli attori coinvolti si uniscono e fanno sistema, la liberalizzazione dei farmaci può rappresentare un progresso reale e concreto per la società intera».

Il punto di vista del retailer italiano è stato espresso da Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia. «Assicurare salute, sicurezza e salvaguardare il potere d’acquisto dei consumatori sono da sempre gli obiettivi di Coop. Di conseguenza - ha affermato Tassinari - Coop è entrata di slancio nel settore dei farmaci proprio per coerenza con i principi della propria mission». Coop, infatti, è stata la prima catena di distribuzione italiana ad entrare nel mercato Otc con l’apertura, nell’agosto 2006, del primo punto Coop Salute. Ad oggi se ne contano 57, ma, come spiega Tassinari «entro novembre 2007 ne inaugureremo altri 20 per un giro d’affari di 450mila euro». Ad oggi in Italia si contano 424 punti vendita alternativi alle farmacie, di cui 108 sono quelli allestiti all’interno di superstore e ipermercati. Il cambiamento è dunque iniziato anche se non mancano le difficoltà, «innanzitutto è necessario appianare le differenze esistenti tra le regioni d’Italia nella diffusione delle parafarmacie - fa notare Tassinari - ed estendere in modo capillare la rete. Un altro fattore critico è l’alto costo del personale: per l’apertura dei 57 punti Coop Salute, abbiamo assunto ben 180 farmacisti. È facile capire la necessità di trovare un equilibrio nel conto economico». Per rispondere a queste difficoltà, come ha spiegato il presidente nel corso del suo intervento, Coop ha risposto con una strategia mirata, progettando, da un lato, quattro modelli di spazio-salute a seconda delle dimensioni del punto di vendita e dall’altro, ha deciso di ampliare l’assortimento oltre le 300 tipologie di Otc già vendute. «Tutto ciò ha portato a un risparmio per il nostro consumatore del 25% per l’acquisto di farmaci da banco, per un totale di 3,5 milioni di euro». I prodotti Otc rappresentano il 10% dell’intero mercato ed è per questo che Tassinari auspica per il futuro una serie di cambiamenti: «La liberalizzazione è un’opportunità troppo grande perché si fermi al 10%. Per il futuro ci sono, a mio avviso, due strade da seguire. La prima va verso un alleggerimento della normativa che impone la presenza costante di un farmacista. La seconda è rappresentata dalla possibilità di allargare l’assortimento anche con i prodotti farmaceutici».

Per consultare i materiali presentati dai relatori, visitate il sito dell’Ecr Europe Forum & Marketplace


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