distribuzione

01. Perché una ricerca sulle polarità commerciali interregionali

Il processo di modernizzazione del sistema commerciale italiano sta procedendo in modo accelerato, con un panorama mutevole sia per quando riguarda la ripartizione tra commercio indipendente e distribuzione organizzata, sia per quanto riguarda i cambiamenti all’interno degli universi, ancora impropriamente considerati chiusi e separati, della distribuzione definita “tradizionale” e “moderna”. L’innovazione dei formati è estesa a molti comparti della distribuzione, condizione indispensabile per rispondere ai cambiamenti molto intensi e frequenti della domanda.

Questo è un processo interessante e positivo, che tuttavia va in qualche modo monitorato affinché non lasci troppi effetti non previsti sul suo cammino. Non vi è dubbio che molti dei segmenti più deboli del sistema di offerta hanno pagato pesantemente i costi del processo di modernizzazione complessiva, con la chiusura di molte piccole imprese indipendenti e la deprivazione di servizi commerciali nelle aree a basso sviluppo demografico ed economico, ma è altrettanto certo che anche in Italia si è assistito ad una intensa dinamica di crescita e di innovazione delle tipologie della distribuzione cosiddetta moderna e alla comparsa di una gamma più ampia che in passato di strutture o di luoghi in cui le attività commerciali sono integrate con altre attività (terziario commerciale, intrattenimento, accoglienza, tempo libero). Le varie aree commerciali sviluppano, infatti, forme di specializzazione e di offerta differenziate, diversamente attrattive nei confronti di un’utenza molto mobile e in grado di accedere in modo selettivo e mutevole ai diversi segmenti: factory outlet, mega centri commerciali, leisure centre e, ultima generazione, i centri commerciali integrati agli stadi calcistici.

In molti casi attraverso la localizzazione di attività commerciali integrate si configurano nuove, consistenti polarità territoriali, che modificano la gerarchia tradizionale della distribuzione dei luoghi centrali. In questa riorganizzazione delle funzioni, che vede in parallelo lo sviluppo della diffusione urbana ed il condensarsi di attività in vecchie e nuove polarità, le attività commerciali integrate sono un elemento economicamente e socialmente rilevante. Si vedano le attività riconducibili al consumo-tempo libero (shoppertaiment) come i multiplex, forma di evoluzione dello spazio dedicato allo spettacolo cinematografico: un nuovo tipo di struttura che risponde a requisiti che non rimandano esclusivamente alla moltiplicazione del numero delle sale di proiezione, ma anche ad una concezione più complessa della “modernizzazione” del luogo per il cinema, in cui lo spettacolo, caratterizzato da alti standard tecnologici, è integrato dal consumo commerciale e da altre attività di carattere ludico. Oppure i grandi factory outlet centre, pensati come un “villaggio commerciale”, realizzato in un ambiente accogliente e attrattivo, spesso con discutibili riferimenti all’architettura vernacolare o tematica, con parcheggi adeguati a alti flussi di consumatori che provengono da bacini gravitazionali estesi di scala interprovinciale e interregionale, corredati di spazi verdi, strade pedonali, iniziative di animazione; collocati in ¬aree ad alta accessibilità dalla rete primaria della viabilità su gomma, spesso con vocazione turistica, puntano sull’effetto di polarizzazione per i consumatori. Si pensi anche agli esercizi inseriti all'interno di stazioni ferroviarie, aeroporti e altri nodi delle reti di trasporto collettivo: non svolgono tranne che parzialmente un servizio di prossimità, in quanto i servizi commerciali sono rivolti prevalentemente agli utenti delle reti.Potremmo dire che fino a qualche tempo avevamo a che fare con delle strutture commerciali di dimensioni rilevanti ma di relativa complessità. In un certo senso erano ormai note le caratteristiche insediative, morfologiche, di organizzazione dello spazio delle grandi superfici e gli studi di carattere settoriale avevano chiarito come valutarne gli impatti economici o gli impatti sulla mobilità (modellistica).
Le strutture commerciali complesse con cui ci confrontiamo oggi – e la complessità è un elemento necessario del successo dei nuovi interventi – sono ancora un oggetto in parte sconosciuto, non solo nella sua fenomenologia mutevole, ma soprattutto nei suoi effetti socioeconomici e territoriali.
Infatti i bacini di utenza potenziale si sono enormemente dilatati, raggiungendo una scala interprovinciale e interregionale; i formati presenti nelle strutture complesse delle polarità si rivolgono a diversi tipi di utenti, con diverse offerte di beni, materiali e immateriali, con diverse possibilità di frequenza nel tempo. Questo aspetto ha una forte ricaduta anche in termini di governo della localizzazione di tali strutture, poiché il riferimento territoriale – e quindi l’insieme dei soggetti coinvolti nella decisione o nelle sue ricadute – è largamente più esteso rispetto al luogo fisico della localizzazione stessa. Nell’ambito di questa ricerca ci interessano in particolare i formati che possiedono alcuni requisiti che ne determinano la grande capacità di attrazione, che fa sì che i loro bacini di utenza prescindano dalle ripartizioni amministrative del territorio, a cui pure è d’obbligo fare riferimento per tutti gli aspetti autorizzativi che ne permettono la localizzazione. Lo studio di questi formati e la procedura metodologica che consente di localizzarli nelle mappe interregionali predisposte specificamente per questa ricerca, ci hanno consentito come primo esito del lavoro di definire le polarità commerciali interregionali, di individuarle nel campo territoriale assunto come riferimento, di costruirne una rappresentazione cartografica.

La tesi alla base della ricerca è che il governo della localizzazione delle grandi polarità e delle relative esternalità non è solo questione di strumenti normativi, più o meno complessi o rigidi, ma che un accettabile livello di efficacia sia piuttosto raggiungibile attraverso delle politiche per il commercio che agiscono su diversi piani e diversi settori, attraverso l’integrazione con le politiche territoriali (vincoli al consumo di suolo, riutilizzo dell’esistente dismesso sottoutilizzato o degradato, ecc.), infrastrutturali (valorizzazione della rete di accessibilità, in termini realistici e non futuribili), con politiche di premialità per incentivare una competizione verso il miglioramento qualitativo dei programmi localizzativi e dei progetti.

A partire da tali presupposti, il programma di ricerca è stato formulato tenendo conto della volontà manifestata dalle Regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna di sviluppare un lavoro comune, sia di tipo analitico-descrittivo, sia di formulazione di orientamenti strategici per il governo delle grandi polarità interregionali. In tale prospettiva, la ricerca apre alle Regioni che hanno promosso questo lavoro la possibilità di dotarsi di strumenti conoscitivi e metodologici comuni (definizioni, costruzione di data base, modalità di rappresentazione cartografica, metodologia di individuazione delle “polarità”) e di elaborare linee di indirizzo condivise sulle politiche di governo e gestione delle polarità interregionali.

I temi di ricerca

La ricerca ha consentito di sviluppare una sequenza intrecciata di ambiti di studio orientati a:

  • ­ricomporre un quadro conoscitivo di carattere territoriale della presenze di grandi strutture di offerta commerciale, esistenti e in progetto, nelle tre regioni;
  • definire una metodologia finalizzata a individuare quali di questi insediamenti assumono il carattere di polarità commerciale interregionale;
    ­ individuare tre tipologie di polarità interregionali, esito di dinamiche insediative comuni;
  • definire e rappresentare i bacini di gravitazione delle polarità;
  • valutare l’impatto economico delle polarità nell’ambito dei bacini gravitazionali e il sistema della concorrenza tra forme distributive nell’ambito di tali bacini;
  • costruire un Dossier comprensivo degli aspetti territoriali, urbanistici, morfologici di alcune delle polarità interregionali, rappresentative delle tipologie a cui sono state ricondotti tutti i casi individuati nell’ambito territoriale oggetto dello studio;
  • ricostruire il quadro decisionale che ha determinato la progettazione/realizzazione delle polarità selezionate e quindi la mappa dei soggetti che interagiscono in tale quadro;
  • individuare i programmi insediativi che ne hanno accompagnano la realizzazione;
  • proporre indirizzi interregionali di programmazione commerciale.

La ricerca ha permesso di costruire una base dati e una nuova rappresentazione cartografica unitaria del territorio interregionale a cui è stato riferito l’intero studio. Si tratta di materiali del tutto inediti nella modalità di selezione e di associazione ed elaborazione dei dati derivati da diverse fonti, che costituiscono un prezioso patrimonio analitico, da tenere vivo con una attività sistematica di aggiornamento e “manutenzione”. La cartografia, strumento aperto alla continua implementazione in funzione della rappresentazione di un fenomeno fortemente dinamico, consente per la prima volta di visualizzare lo scenario delle polarità interregionali ed il loro rapporto con il contesto insediativo.
(Fig. 1 - Le polarità commerciali interregionali)

* “La valutazione dell'impatto territoriale delle grandi polarità commerciali: factory outlet centre, multiplex, parchi commerciali. Un approccio interregionale” - Programma di ricerca interuniversitario:

  • URB&COM - Laboratorio Urbanistica e Commercio - Politecnico di Milano
    Gruppo di lavoro: Corinna Morandi, Luca Tamini, Giorgio Limonta
  • Dipartimento Interateneo Territorio - Politecnico di Torino e Università di Torino
    Gruppo di lavoro: Grazia Brunetta, Carlo Rega, Luca Staricco
  • Dipartimento di Economia - Facoltà di Economia - Università degli Studi di Parma
    Gruppo di lavoro: Gianpiero Lugli, Beatrice Luceri, Sabrina Latusi