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Prezzi in discesa, costi in salita

l'opinione di

Marco Cuppini

Ben 17 mesi di prezzi in discesa sono un fatto senza precedenti nella storia del largo consumo in Italia. Industria e distribuzione stanno affrontando la situazione congiunturale negativa attrezzandosi per difendere il potere d’acquisto delle famiglie attraverso contenimenti dei prezzi, forti investimenti in promozioni e inserimento negli assortimenti di prodotti di fascia bassa. Continua a crescere la pressione promozionale: a giugno del 2005, nel canale ipermercati, ben il 34,5% delle vendite erano fatte da prodotti in promozione. Parallelamente, però, accanto all’elevata promozionalità prosegue di pari passo l’erosione dell’efficacia della leva; sempre di meno, infatti, i consumatori “usano” le promozioni per fare acquisti incrementali rispetto alla spesa programmata. Difesa dei volumi, quindi, ma a scapito dei margini, che stanno erodendo valore ai bilanci e minando i piani di sviluppo delle aziende.

Sul fronte dei costi, le aziende registrano da tempo aumenti imputabili largamente all’impennata dei prezzi dei prodotti energetici. In luglio i prezzi di energia elettrica, gas e carburanti sono saliti di quasi il 10% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Se non ci fosse l’effetto di contenimento del settore del largo consumo (in particolar modo quello che transita per la distribuzione moderna) a controbilanciare la dinamica sostenuta dei prezzi dei servizi in generale e dei beni energetici in particolare, l’indice dei prezzi al consumo dell’Istat sarebbe ben diverso dall’attuale 2,1%. Con buona pace di chi ancora sta cercando il responsabile dell’inflazione fra le corsie dei supermercati ed ipotizza un blocco dei prezzi in uno dei settori dove la concorrenza funziona davvero.

*Marco Cuppini è direttore del Centro Studi Indicod-Ecr