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EDI: quando le PMI lo scoprono, non lo lasciano più

Gli standard GS1 continuano a supportare la diffusione dell’EDI (Electronic Data Interchange) in Italia. È boom di new user e di utilizzi evoluti per Euritmo, la soluzione web-EDI GS1 Italy per le aziende italiane del largo consumo - PMI in primis

Il quadro che emerge dall’edizione 2021 del “Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel largo consumo in Italia” – lo studio che GS1 Italy realizza annualmente in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano – è chiaro: sempre più imprese italiane hanno imboccato la strada della digitalizzazione dei processi di scambio di informazioni e documenti, utilizzando l’EDI (Electronic Data Interchange) e aumentando il numero di documenti e il tipo di messaggi scambiati.

Nel 2020, circa 8 mila aziende (+4% rispetto al 2019) hanno fatto ricorso all’EDI a standard GS1 per scambiare quasi 68 milioni di messaggi (+5%). Di queste, 3.506 (comprese 150 aziende della filiera dell’elettronica di consumo), pari al 45% del totale, fanno parte dell’ecosistema Euritmo, il modello di servizio web-EDI creato da GS1 Italy con i provider certificati Euritmo e la piattaforma Procedo per favorire l’estensione anche alle piccole e medie aziende dell’utilizzo dello scambio dati in formato elettronico strutturato nel settore del largo consumo nel nostro paese. Attualmente Euritmo è lo standard EDI più diffuso in Italia e la sua è una community dinamica, ma in costante consolidamento.

Nel corso degli anni si è infatti confermato un turnover continuo tra aziende partecipanti, ma la maggioranza rimane e la crescita del numero dei messaggi scambiati è una costante. Nel 2020 nel circuito Euritmo hanno gravitato 3.207 produttori, 291 distributori e 8 operatori logistici, e di questi 997 (il 28%) sono new entry che hanno scambiato principalmente quattro documenti:

  • Fattura (INVOIC, con il 47,94% dei messaggi totali).
  • Ordine (ORDERS, 36,22%).
  • Conferma d’ordine (ORDRSP, 7,79%).
  • Avviso di spedizione (DESADV, 6,47%).

Ma il dato più rilevante per il consolidamento dell’uso degli standard GS1 nello scambio dei messaggi via EDI è il 72% delle aziende rimaste attive dal 2019. Questo significa che utilizzando l’EDI le aziende riescono a beneficiare dei vantaggi della digitalizzazione del ciclo dell’ordine, diventando più propense ad estenderne l’impiego invece che ad abbandonarlo.

La conferma arriva dall’analisi delle relazioni, ovvero il contatto tra azienda mittente e azienda destinataria, indipendentemente dal tipo di documento scambiato. Sebbene nell’ecosistema Euritmo diminuisca il numero totale delle relazioni tra gli operatori attivi (14.781 registrate nel 2020, 15.463 nel 2019), aumentano significativamente quelle “mature” e “complete”, che scambiano più tipi di messaggi e in numero crescente. Si contano infatti 3.050 relazioni “elementari”, con due attori che si scambiano almeno la coppia di messaggi convenzionalmente assunta come “base” (ORDERS & INVOIC oppure ORDERS & DESADV). Di queste, 549 sono quelle definite “mature”, con lo scambio di almeno ORDERS & DESADV & INVOIC, e crescono di +17%. Ma sono le relazioni “complete” – quelle, cioè, che scambiano uno o più documenti aggiuntivi – a fare il vero balzo: +44% in un anno, raggiungendo le 313 unità (il 10% delle relazioni totali), per la prima volta nel “Monitoraggio dell’uso dell’EDI nel largo consumo”.

Non solo. Nell’anno crescono anche il numero delle imprese implicate (+11% quelle coinvolte nelle relazioni relative solo ai tre documenti di base e +52% quelle che hanno relazioni complete), e quello dei messaggi scambiati all’interno delle relazioni mature e complete: mentre il numero dei messaggi interni nelle relazioni elementari (che scambiano almeno ORDERS & INVOIC oppure ORDERS & DESADV) si contrae, nelle relazioni mature passa da 4,71 milioni a 5,26 milioni (+12%) e in quelle complete da 2,91 milioni a 3,14 milioni (+8%).

«L’EDI si conferma come una realtà dinamica e pienamente inserita nel settore del largo consumo» commenta Massimo Bolchini, standard development director GS1 Italy. «Nello sviluppo di una filiera data driven l’EDI ha un posto di riguardo e costituisce un fattore strategico per superare le inefficienze ancora presenti nella filiera: per questo motivo il Consiglio direttivo di GS1 Italy ha preso l’impegno di spingere il maggior numero di aziende a utilizzare l’EDI nello scambio di informazioni nelle relazioni di sistema».