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L’EDI nel largo consumo in Italia

l'opinione di

L’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo negli ultimi mesi ha sottolineato ancor di più la centralità del digitale, divenuto uno strumento imprescindibile per garantire la continuità operativa delle attività delle aziende. Le imprese hanno dovuto rivedere i processi e le prassi consolidate nel tempo e integrare digitalmente gli attori a monte e a valle della propria filiera. Ora più che mai è il momento di fare della digitalizzazione non solo una leva per aumentare la competitività delle aziende sul mercato, ma anche un veicolo di sopravvivenza per le realtà più piccole che devono farsi trovare pronte a shock esogeni analoghi.

Restando nel mondo B2B, il 2019 ha tracciato una strada importante verso la digitalizzazione delle imprese. Lo testimoniano da un lato i molti provvedimenti normativi (fatturazione elettronica tra privati, formato europeo della fatturazione elettronica, trasmissione telematica dei corrispettivi, ecc.), dall’altro l’aumento dell’uso di strumenti digitali da parte delle aziende sia a supporto dei processi interni che di relazione. Ne è un esempio l’e-commerce B2B che, nel 2019, è cresciuto del 14% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 410 miliardi di euro, pari al 19% dei 2.200 miliardi di euro delle transazioni commerciali tra imprese italiane.

Con riferimento all’EDI, nel 2019 sono 19 mila le imprese che lo utilizzano (+19% rispetto al 2018) scambiando circa 240 milioni di documenti (+24% rispetto al 2018). La fattura rimane il documento più scambiato (55 milioni di documenti), ma per il primo anno non è quello con la maggiore crescita. Se da un lato l’introduzione dell’obbligo tra privati ha frenato l’utilizzo di canali già in essere (come l’EDI) per la trasmissione del solo file fattura, dall’altro l’adempimento ha portato le aziende verso una maggiore maturità digitale che ha fatto sì che vi fosse un incremento nell’utilizzo di un formato strutturato anche per altri documenti del ciclo dell’ordine, tra cui le conferme d’ordine (+13%) e gli avvisi di spedizione (+9%).

Le associazioni di filiera continuano a essere un punto di riferimento chiave per la digitalizzazione dei settori che rappresentano, sostenendo le aziende sia nella compliance normativa sia nello stimolo a proseguire il percorso di trasformazione digitale. Basti pensare che il 98% delle imprese connesse via EDI appartiene a cinque settori: largo consumo, automobilistico, farmaceutico, elettrodomestici ed elettronica di consumo e materiale elettrico, tutti supportati da relative associazioni.

A tale proposito, GS1 Italy ricopre un ruolo rilevante quale facilitatore del dialogo tra aziende, associazioni e istituzioni. Anche quest’anno GS1, in collaborazione con l’Osservatorio Digital B2b della School of Management del Politecnico di Milano, ha svolto una ricerca, sintetizzata nel presente rapporto, sull’utilizzo dell’EDI negli scambi documentali tra produttori, distributori e terze parti logistiche del settore del largo consumo. La ricerca, a cui hanno partecipato – tra i VAN attualmente certificati Euritmo – Di.Tech, Intesa (Gruppo IBM), Procedo e Tesisquare, ha l’obiettivo di comprendere il grado di diffusione dell’EDI tra le aziende italiane appartenenti al settore in termini di:

  • Numerosità delle tipologie di attori coinvolti negli scambi.
  • Numerosità dei messaggi scambiati, classificati per singola tipologia di attore.
  • Trend di sviluppo degli ultimi tre anni.  
  • Maturità delle relazioni che si sono instaurate all’interno dell’ecosistema.

Il fine è quello di creare una maggiore consapevolezza dei trend in atto e delle opportunità di sviluppo del mercato.

A cura di Paola Olivares e Camillo Loro dell'Osservatorio Digital B2b, Politecnico di Milano