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Ecologistico₂ al servizio della green supply chain

Misurare le emissioni generate dalle attività logistiche della propria azienda è il primo passo per prendere coscienza della centralità e della priorità delle iniziative contro il cambiamento climatico. Ecologistico₂ è lo strumento alla portata di tutti per decidere in quale direzione intervenire

Nel 2018 la capacità della Terra di rigenerare le risorse consumate dalle attività umane si è esaurita l’8 di agosto e si prevede che nel 2030 questo avverrà il 28 giugno. È il calcolo dell’impronta ecologica, dell’ammontare cioè di superficie terrestre destinata a sostenere l’attività dell’uomo. La questione appare più drammatica se si pensa che l’impronta di carbonio, la misura in termini di CO2 equivalente della quantità dei gas ad effetto serra emessi in atmosfera, è responsabile del 50% delle alterazioni climatiche. Se si dovessero ridurre le emissioni di CO2 del 30%, la data fatidica dell’esaurimento delle risorse diventerebbe il 30 settembre.

Ancora, dei 41,5 miliardi di tonnellate di CO2 emessi in atmosfera i trasporti sono responsabili per il 14%.

Bastano questi pochi dati per comprendere come le azioni per ridurre l’impatto ambientale della logistica siano parte importante della strategia per combattere i cambiamenti climatici degli organismi internazionali, prima tra tutti l’Unione Europea con la strategia 20/20/20 e delle imprese, che cominciano a considerare l’impatto ambientale come un rischio contro cui prendere provvedimenti.

Intendiamoci, a monte di ogni iniziativa green vi è sempre un’azione per ridurre i costi e migliorare l’efficienza, ma oggi si sta prendendo coscienza che realizzare iniziative che partano da un’esigenza ambientale ha un impatto positivo sui costi.

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Efficienza e sostenibilità

Il tema della gestione della green supply chain è stato al centro di un workshop di GS1 Italy in ambito Ecr, un’occasione per fare il punto sulla necessità per le imprese di affrontare consapevolmente il tema del cambiamento climatico e per ribadire il ruolo di GS1 Italy a sostegno delle 35 mila imprese del largo consumo associate per l’ottimizzazione dei processi e per la sostenibilità, una vera e propria priorità. Lo chiedono anche i consumatori: secondo i dati dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, il 6,9% dei prodotti acquistati nella GDO, pari al 9,6% delle vendite, hanno in etichetta loghi e certificazioni che afferiscono alla CSR. E il trend è aumentato del 3,1% nel 2018 rispetto all’anno precedente.

La gestione della green supply chain nell’agenda Ecr si sviluppa su tre linee d’azione: collaborare per l’efficienza logistica e la riduzione delle emissioni (attraverso l’ottimizzazione di carichi e viaggi, condividere mezzi e asset logistici e misurare le emissioni per implementare azioni chiave), la riduzione dello spreco alimentare e l’economia circolare.

Con quali obiettivi? Sono molteplici e ruotano tutti intorno al circolo virtuoso che si innesta tra il miglioramento dell’efficienza nella filiera del largo consumo e la generazione di impatti positivi sul fronte della riduzione delle emissioni. Per questo l’impegno è quello di favorire una cultura aziendale improntata alla collaborazione e alla sostenibilità, fornendo riferimenti chiari e strumenti di misura  focalizzati sulla sostenibilità in grado di supportare scelte aziendali consapevoli anche dal punto di vista ambientale. I progetti sviluppati in questi anni sono diversi, tutti con la cifra comune di ridurre le emissioni di CO2 e di produrre impatti positivi sulla sostenibilità in senso lato: il riordino ottimo di filiera, il trasporto intermodale delle merci, la mappatura dei magazzini Atlante e la riduzione degli sprechi alimentari.

Su fronte specifico del calcolo delle emissioni Ecologistico2 è uno strumento web decisionale e di reporting, in grado di calcolare  l’impatto    climatico  delle  attività  logistiche, coprendo sia le attività di magazzino e trasporto con reportistica conforme alla norma UNI EN16258 e di consentire la simulazione di scenari per capire come le diverse variabili  – per esempio cambiare le tipologie di mezzi, i carburanti, la saturazione dei mezzi, la modalità di trasporto, il mix energetico e i refrigeranti usati nei magazzini – influenzino l’impatto climatico della logistica.

Si tratta in sostanza di uno strumento che fa prendere coscienza ai manager della supply chain dei fattori che influiscono sulle emissioni nella logistica.

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Tre casi di utilizzo di Ecologistico2

Sono già diversi i casi di utilizzo da parte delle aziende associate a Ecr Italia di Ecologisico2, tre dei quali sono stati illustrati nel corso del workshop, altri lo saranno nei futuri appuntamenti già programmati per l’autunno.

Quello presentato da Gian Paolo Mangolini, supply chain Manager Eridania Italia, riguarda lo switch modale nei flussi di approvvigionamento verso lo stabilimento di Russi (RA) dagli impianti di produzione francesi. In sostanza è stato sostituito il trasporto su strada dai terminal intermodali di Segrate e Lugo con un percorso diretto su rotaia direttamente dalla Francia all’impianto di confezionamento di Russi, utilizzandone le potenzialità di stoccaggio e riducendo l’impatto ambientale e i costi logistici. Con Ecologistico2 è stata calcolata, a fronte di 130 mila km su strada in meno e di un aumento dell’8,5% dei volumi consegnati, una riduzione delle emissioni di CO2 equivalente di circa 160 tonnellate su base annua e di 2,15 kg di Pmx. Una seconda fase del progetto prevede la sostituzione delle fasi di scarico con gru e mezzi diesel all’interno dello stabilimento con un impianto pneumatico alimentato elettricamente che convogli lo zucchero nei silos di stoccaggio. Ciò comporterà un ulteriore risparmio di emissioni di CO2 equivalente pari a circa 3,67 tonnellate e a 21 grammi di Pmx alla settimana.

La gestione decentralizzata degli espositori è invece il progetto illustrato da Andrea Sacchi, customer solution manager Number 1 sviluppato con Bauli per la gestione degli espositori promozionali dei prodotti continuativi dell’azienda veronese. L’allestimento degli espositori nell’hub di Verona destinati a tutta Italia aveva come contropartita la mancata saturazione dei mezzi. Si è quindi proceduto a creare un centro di rilavorazione anche nel magazzino Bauli di Marcianise, coprendo i 680 chilometri di distanza dallo sabilimento produttivo con mezzi a pieno carico. Contro i 168 viaggi effettuati nel 2017 si è scesi a 64 viaggi, con una riduzione di 51,6 tonnellate di CO2 (-58%) e di 2 kg di Pmx (-56%).

I fattori che impattano le emissioni nei trasporto sono numerose, dallo stato e manutenzione dei mezzi ai carburanti utilizzati, dai fattori più gestionali come la saturazione dei mezzi, le modalità di vezione e l’ottimizzazione dei percorsi allo stile di guida e l’ammodernamento della flotta, nelle attività di stoccaggio sono la climatizzazione, l’illuminazione e la movimentazione. Un tema che le imprese non possono sottovalutare, perché vi è poca coerenza tra gli obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti dall’Unione Europea (il 60% in meno di emissioni entro il 2050) e la domanda di trasporti destinata a triplicare entro la sessa data.

Climatizzazione, illuminazione e movimentazione sono invece le aree che hanno un impatto ambientale nelle attività di stoccaggio. In questo ambio rientra la copertura fotovoltaica del polo logistico non food di Coop a Prato, illustrato da  Iacopo Niccoli, responsabile integrazione processi logistici Coop Italia. Operante dal 2010, con i suoi 16 mila pannelli per una superficie di 21.640 metri quadrati (all’epoca il primo impianto per potenza su copertura in Italia e il dodicesimo nel mondo) l’impianto ha una potenza complessiva pari a 2.906 kW. Negli ultimi nove anni ha prodotto 31.816 MWh, di cui circa il 50% consumati in loco e il resto immessi in rete. Ciò ha consentito di evitare in nove anni l’immissione in atmosfera di 5.503 tonnellate di CO2 equivalente, un valore che raddoppia considerando anche l’energia immessa in rete.

Misurare e comprendere l’impatto ambientale della propria azienda è il primo passo di un percorso verso la green supply chain che è sempre più centrale, prioritaria e strategica per le imprese, affinché possano individuare le aree di intervento a più alto potenziale di riduzione dell’impatto ambientale, valorizzare le azioni effettuate e definire i propri obiettivi al riguardo. Ecologistico2 diventa uno strumento indispensabile per intraprendere questo percorso.

A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab