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La blockchain in azione

Che si tratti di filiere estese e complesse oppure ridotte e semplificate, oppure ancora di filiere interne a un’azienda di trasformazione, la blockchain è una tecnologia che semplifica di molto la tracciabilità di prodotto con, in più, la forza della trasparenza con significative ricadute in termini di comunicazione.

Il secondo atto di Blockchain Plaza a Tuttofood si è snodato lungo l’esposizione di quattro esperienze sviluppate da CSQA in tre filiere di prodotti a denominazione (Grana Padano, Aceto Balsamico e Cioccolato di Modica) e un’azienda cooperativa (Latte Busche).

Tre, essenzialmente, gli obiettivi della sperimentazione:

  • Verificare l’applicabilità della tecnologia blockchain sulla struttura dei dati relativi ai piani di controllo nelle filiere regolamentate (Dop e Igp) e in quelle private.
  • Verificare il livello di integrazione dei dati dei piani di controllo e di quelli aziendali.
  • Conoscere meglio le opportunità della blockchain verificando come possa semplificare e valorizzare i controlli e le relazioni tra soggetti della filiera e verso il consumatore.

Fattori comuni dei progetti sono stati l’adozione della tecnologia Hyperledger permissioned e privata che garantisce l’interoperabilità e la riservatezza attraverso la creazione di canali, nonché l’ottimizzazione dei tempi delle operazioni.

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Nella grande fiera del Grana Padano (128 caseifici produttori, quasi 5 milioni di forme prodotte, di cui il 40% esportate, 1,613 miliardi di fatturato), il progetto di blockchain ha coinvolto i quattro attori fondamentali: i centri di raccolta, i trasformatori, gli stagionatori e i grattugiatori, con particolare riguardo a quest’ultima fase. Tra i risultati raggiunti si rileva la compatibilità strutturale tra Hyperldedger e le strutture dei dai delle filiere e la verifica dei requisiti dei disciplinari come base normativa per gli smart contract (software autoeseguibile). Nell’ambito specifico della filiera, si sono resi possibili l’identificazione immediata dei caseifici e degli allevamenti che hanno contribuito a realizzare ciascuna busta di Grana Padano Dop grattugiato, aprendo la strada a prospettive di valorizzazione di determinare produzioni, e il controllo just in time della coerenza dei quantitativi (latte, formaggio, grattugiato). «Il controllo just in time dei dati e della conformità dei prodotti è particolarmente importante – sottolinea Maria Chiara Ferrarese, vicedirettore CSQA – perché consente di annullare il rischio (e i costi conseguenti) di eventuali successivi richiami di prodotto».

Nel caso dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, che festeggia i dieci anni di denominazione con 95 milioni di litri prodotti e un export che supera il 90%, i soggetti da collegare con la blockchain, trasformando i contenuti del disciplinare in smart contract, sono la cantina, il produttore di mosto, l’elaboratore e il concentratore. In questo caso sono stati utilizzati i codici GS1 per codificare ogni passaggio e assicurare l’interoperabilità. «La blockchain - annota Andrea Ausili, data & innovation manager GS1 Italy – è una tecnologia unica. Quando si parla di tracciabilità, di processi, di trasferimenti di informazioni lungo una filiera o in filiere diverse vi è necessità di un linguaggio comune. Il sistema di standard GS1 costituisce questo linguaggio comune a livello globale utilizzabile con tante tecnologie diverse».

Nel contesto dell’Aceto Balsamico di Modena Igp i risultati maggiori sono stati l’identificazione immediata dei fornitori che hanno contribuito a realizzare il prodotto e il controllo just in time della disponibilità e della quantità. «Un aspetto importante della blockchain – afferma il direttore del Consorzio di tutela Federico Desimoni - è l’ingresso nel circolo virtuoso della certificazione Igp di un nuovo attore: il consumatore, visto non più come chi usufruisce di un servizio, ma come uno dei soggetti essenziali per costruire questo sistema di garanzie».

Diverso è il caso del cioccolato di Modica, il primo prodotto di questo tipo a essere certificato. La necessità dell’implementazione della blockchain è stata determinata dalla protezione del prodotto dall’anticontraffazione, per arrivare a identificare ogni singola confezione con il sistema del Passaporto digitale del Poligrafico dello Stato, apponendo un contrassegno univoco dotato di codice datamatrix per un accesso immediato alle informazioni e ai dati di tracciabilità.

Anche per il Cioccolato di Modica sono stati utilizzati gli standard GS1 a garanzia dell’interoperabilità e tra i risultati specifici vi sono il riconoscimento immediato degli operatori della filiera e il controllo just in time dell’origine del prodotto e alle informazioni digitalizzare tramite collegamento con l’App Trust your food.

Infine per Latte Busche, già dotato di un sistema interno di tracciabilità, si è trattato di utilizzare la blockchain come nuovo strumento di visualizzazione dei dati certificati. Elemento valorizzante dell’adozione della blockchain, è stato detto, non è sul fronte dei controlli, già molto spinti, ma nella possibilità di comunicare e dare trasparenza alle attività quotidiane.

A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab