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Retail e brand

Italiani poco soddisfatti dal personale in negozio?

Nonostante il mobile shopping, l’addetto di vendita in negozio è fondamentale per l’esperienza di acquisto. Lo rileva Total Retail 2017 di PwC

Nonostante il mobile shopping abbia iniziato a prevalere su alcuni canali tradizionali, la fedeltà al negozio è uno dei maggiori trend, con il 51% dei consumatori italiani che lo visitano almeno una volta alla settimana per effettuare i propri acquisti. Lo rileva Total Retail 2017, la nuova edizione della ricerca di PwC che ha analizzato i comportamenti di consumo online e l’attitudine alla multi-canalità di 24.500 consumatori in 32 paesi, tra cui oltre 1000 italiani.

L'addetto di vendita preparato risulta fondamentale

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In particolare l’addetto di vendita preparato risulta fondamentale per accrescere l’esperienza di acquisto del consumatore. Il negozio in Italia rimane il canale d’acquisto preferito, e per questo la ricerca ha approfondito gli aspetti all’interno del punto vendita ai quali i consumatori danno maggior importanza (nei canali Non Food e nella gdo). Rispetto ai risultati dello scorso anno, in cui le offerte personalizzate erano al primo posto, quest’anno il 73% degli italiani ha affermato che “la profonda conoscenza dei prodotti da parte degli assistenti alla vendita” è il primo fattore importante o molto importante che sicuramente deve essere valorizzato di più.

Il negozio in Italia rimane il canale d’acquisto preferito

A seguire il 70% degli italiani ritiene importante avere “offerte real-time e personalizzate” e la “possibilitàdi verificare rapidamente la presenza del prodotto in un altro negozio o online” (65%). In particolare il segmento over 55 anni ritiene estremamente importante la presenza di personale di vendita preparato, con ben l’83% degli intervistati che si posiziona in questa fascia, mentre considerano meno rilevanti rispetto all’intero campione i vantaggi VIP (23% vs. 38%).

Un gap da colmare

Gli italiani mostrano in generale un livello di soddisfazione inferiore rispetto al grado di importanza per tutti gli attributi considerati durante l’esperienza di acquisto in negozio.

Fig. 1 - Differenza tra l'importanza e il livello di soddisfazione in merito agli attributi ricercati durante l'esperienza di acquisto in negozio

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Fonte: Total Retail 2017, PwC

In particolare tra i fattori considerati più importanti come la conoscenza dei prodotti da parte degli addetti alle vendite, il livello di soddisfazione è solo del 58%, (rispetto a un livello di importanza attribuita pari al 73%) così come per le offerte personalizzate dove si registra un gap di oltre 20 punti percentuali tra la soddisfazione (45%) e l’importanza attribuita (70%).

Gli over 55 anni italiani sembrano però più soddisfatti dei servizi presenti in negozio con il 68% che si definisce contento della competenza del personale in-store e il 48% di poter pagare direttamente agli addetti di vendita senza passare dalla cassa.

Nel raffronto tra uomo e donna, il genere femminile richiede un livello di servizio maggiore rispetto agli uomini, confermato anche il salto tra importanza e soddisfazione più marcato nelle donne, con picchi di differenza del 31% come nel caso delle offerte real time e personalizzate.

Per decenni, i retailer hanno posto l’attenzione su due principali tipologie di competenze necessarie in questo settore: il real estate, per la gestione della rete di punti vendita, e il merchandising, per avere il giusto assortimento sullo scaffale. Oggi queste competenze sono secondarie alle tematiche digitali, omnichannel, di supply chain e operations. «I retailer sono stati tradizionalmente legati a un modello di tipo push , focalizzato sull’apertura di nuovi punti vendita per favorire la vendibilità dei prodotti», afferma Erika Andreetta, partner PwC e consulting leader Italia per il retail e consumer. «Il tema principale oggi non è più legato allo sviluppo della rete di negozi e dunque le competenze richieste sono cambiate. E quello che si devono chiedere i retailer è se i loro team siano allineati per affrontare le nuove priorità».

Secondo Andreetta, i retailer devono investire sulle competenze digitali e di operation dei propri team affinché siano in grado di gestire la contrazione della rete di negozi, una supply chain sempre più complessa, l’innovazione digitale, e il lancio di nuovi servizi per mantenere i consumatori fedeli. Il personale di vendita, lo staff corporate e il top management devono rispecchiare il cliente, e se un retailer non è rivolto agli strumenti social e di digital, non risulterà attrattivo per la generazione dei consumatori più giovani ed esperti nonché per i possibili futuri dipendenti.

A cura di Fabrizio Gomarasca @gomafab 

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