Banca Facebook
Il social network ha ottenuto in Irlanda la licenza come istituto di pagamento e come emittente di moneta elettronica.
La notizia era attesa da tempo e ora è realtà: Facebook ha annunciato di aver ottenuto dalla Banca centrale irlandese l’autorizzazione a operare come intermediario finanziario per i servizi di pagamento. Potrà far pagare le app e i giochi come Farmville. Ma Facebook non si fermerà a questi servizi finanziari basilari, perché in progetto c’è il crowdfunding , il trasferimento di denaro fra utenti e i prestiti bancari.
È la testata irlandese Sunday Business Post a darne notizia: Facebook potrà operare come un prestatore di servizi di pagamento e come emittente di moneta elettronica. Ma potrà anche essere una piattaforma per bonifici e servizi di rimessa del denaro, in tutto lo spazio economico europeo (Ue più Norvegia, Islanda e Liechtenstein). L’approvazione regolatoria è arrivata il 24 ottobre scorso, a due anni dalla richiesta, ed è stata concessa per l’esattezza a Facebook Payments International Limited (FBPIL). I dettagli dell’autorizzazione si possono trovare sul sito dell’istituzione. Per il social network non è una novità assoluta, perché ha già autorizzazioni per servizi di pagamento negli Stati Uniti, dove per ora ha reso possibile comprare app e giochi, come Farmville, applicando una commissione del 30 per cento.
Una nota della società (ripresa da Cor.Com) fa capire chiaramente che non intende fermarsi a questi servizi basilari. «Facebook potrà utilizzare la licenza per abilitare prodotti futuri come le donazioni su Facebook o i pagamenti peer-to-peer via Messenger», si legge. Ci sono comunque dei limiti: «Fbpil, è autorizzata a emettere donazioni da parte degli utenti Facebook solo verso organizzazioni di beneficenza registrate nello spazio economico europeo e pagamenti peer-to-peer soltanto all’interno dello stesso».
Ma Facebook ha le carte in regola per diventare una vera banca?
Quali scenari si aprono d’ora in avanti e quanto potranno essere dirompenti per gli equilibri esistenti? «Quella che è considerata una delle più grandi nazioni del mondo batte moneta e si sta gradualmente dotando di una banca - risponde Angelo Rindone, amministratore delegato di Folkfunding, startup italiana del settore del fintech -. Che cosa ci faranno è tutto da vedere: potranno partire con micro-pagamenti di app, per poi passare al trasferimento di soldi tra utenti e al crowdfunding». Ma è possibile spingersi più avanti? «Una volta che avranno fatto aprire un conto - continua Rindone - è possibile che diventino anche una piattaforma per l’e-commerce. Il passo successivo è che forniscano servizi più propri delle banche, come i prestiti. Su questi volumi di popolazione anche con commissioni bassissime potranno dare ricavi enormi».
A cura di Fabrizio Patti – continua a leggere su Linkiesta