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GS1 condivide con le Nazioni Unite i propri standard per un’agricoltura sostenibile

I governi, gli agricoltori e le aziende collaborano per sviluppare un’agricoltura sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale

DP4_8888.jpgIl Ceo e Presidente di GS1, Miguel Lopera, ha partecipato lo scorso 25 settembre a New York al Vertice SDG dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, in cui ha illustrato come la tecnologia e i big data possono essere utilizzati dai settori pubblico e privato per collaborare e promuovere pratiche di coltivazione sostenibili nel settore agricolo. Sviluppare politiche agricole sicure e sostenibili per sostenere la sicurezza alimentare è una priorità assoluta tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.

GS1, l’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che sviluppa e mantiene i sistemi standard per la supply chain più utilizzati al mondo e che è rappresentata in Italia da GS1 Italy | Indicod-Ecr, è parte di uno sforzo collettivo volto a mappare e armonizzare le centinaia di norme e certificazioni relative all'agricoltura sostenibile.

Lo sforzo, noto come “The Blue Number Initiative, A Global Registry for Sustainable Farmers”, utilizzerà il registry service di GS1. Il registry consentirà agli agricoltori, ai governi, alle imprese e alle community di comunicare tra loro lungo tutta la supply chain grazie alla definizione di un linguaggio comune e all’identificazione univoca delle aziende agricole a livello globale.

25471_GS1_Chiffre_09_2013-H.jpgAttraverso il GS1 Global Location Number (GS1 GLN), il registry assegna un identificativo unico per ciascuna azienda - non importa quanto grande o piccola sia - e definisce la posizione della stessa azienda agricola, oltre ad elencarne le relative certificazioni di sostenibilità. Questo permette anche ai piccoli agricoltori dei paesi in via di sviluppo di essere riconosciuti per le proprie pratiche di sostenibilità, aprendo potenziali mercati e consentendo loro di diventare attori più visibili ed attivi nella supply chain alimentare globale.

«È in atto un cambiamento di mentalità a livello internazionale: le aziende focalizzano maggiormente i propri obiettivi di approvvigionamento responsabile», spiega Miguel Lopera. «Le multinazionali fanno sempre più riferimento per i propri approvvigionamenti alla supply chain alimentare globale scegliendo, al di là dei costi, la qualità e l'offerta costante. Per realizzare un approvvigionamento responsabile, stanno percorrendo la parte più a monte della supply chain alimentare globale, fino ad arrivare agli agricoltori che producono direttamente le materie prime, per selezionare i partner commerciali che operano eticamente e responsabilmente».

«I consumatori sono sempre più attenti al contenuto di cibi e bevande. Vogliono essere informati sul biologico e su cosa provenga da allevamento sostenibile», continua Lopera. «Il registry è uno strumento eccellente per fornire ai consumatori una grande visibilità sui prodotti che trovano sugli scaffali. Questo li aiuterà a prendere decisioni informate riguardo gli ingredienti certificati biologici, provenienti da allevamento sostenibile e da commercio equo-solidale».

Il registry stabilisce inoltre basi importanti affinché  i decision maker nei paesi in via di sviluppo accedano a statistiche accurate su dati granulari e big data. «I governi avranno accesso a dati organizzati secondo la geolocalizzazione, per esempio la produzione per singola regione, con le relative informazioni infrastrutturali e le certificazioni. Saranno quindi in grado di fare scelte politiche più informate che facciano crescere la produzione, e di indirizzare le risorse e la formazione verso pratiche agricole sostenibili», ha aggiunto.


Per approfondimenti:

Lisa Sandberg Craig, GS1 Global Marketing Director, GS1
lisa.sandberg@gs1.org - www.gs1.org