economia

Fuori dalla recessione, con prudenza

L’aggiornamento alla prima settimana di Settembre del rapporto di previsione, realizzato da Prometeia, sottolinea due evidenze positive: UEM, inclusa l’Italia, escono dalla recessione e gli Stati Uniti consolidano la propria ripresa.

Nel secondo trimestre del 2013 l’attività economica dell’Uem è stata infatti più intensa dell’atteso, trainata dai risultati raggiunti da Germania, Francia, Italia e Portogallo. Superiore alle attese è stata anche l’accelerazione del Pil nel Regno Unito. Nell’ambito dei Bric il Brasile accelera la crescita, mentre Cina e India rallentano la progressione per il secondo trimestre consecutivo.

L’inasprimento della tensione sulla situazione siriana ha portato a un inasprimento del prezzo del Brent da 108 $/brl all’inizio di Agosto a punte di 117$/brl rientrate a 115$/brl nei primi giorni di Settembre e che Prometeia prevede possano rientrare sotto i 110$/brl nel 2014.

L’Italia, grazie ad un secondo trimestre migliore delle attese e ad un rafforzamento dei segnali positivi nel corso dell’estate, potrebbe uscire dalla recessione a partire dal 3° trimestre, con qualche mese di anticipo rispetto a quanto prospettato a Luglio.

Le previsioni di andamento del Pil vengono pertanto riviste verso l’alto, con una stima di caduta del Pil nel 2013 pari al -1,6% (la stima era -1,9% a Luglio).

Rimangono tuttavia alcuni elementi di fragilità prospettica: l’incertezza della situazione politica, il perdurare della debolezza del credito e l’incognita sulla ridefinizione della tassazione cui si aggiungono la debolezza strutturale dei Paesi europei, legata alla necessità di ridurre i debiti pubblici, e un accresciuto rischio legato al processo di normalizzazione della politica monetaria USA.

Più in dettaglio per quanto riguarda l’Italia:

  • Nei mesi estivi si è verificata infatti un’attenuazione del peggioramento del mercato del lavoro: si è arrestata la caduta dell’occupazione con conseguente stabilizzazione del tasso di disoccupazione al 12% ed una lieve riduzione del numero di ore autorizzate di cassa integrazione.
  • Le tensioni sull’offerta e problemi geopolitici hanno portato ad un aumento dei prezzi del petrolio, che si è riflesso sui prezzi interni dei prodotti energetici facendo venir meno quello che nella prima parte dell’anno era stato il principale impulso alla riduzione dell’inflazione. Sono tuttavia risultati più deboli del previsto i prezzi di altre materie prime e i prezzi dei prodotti agricoli ed alimentari, che hanno mantenuto ferma l’inflazione a poco più dell’1%. Le previsioni di andamento dell’inflazione per i mesi autunnali, al netto della manovra sull’IVA, sono di un mantenimento su questi livelli e, qualora l’incremento dell’aliquota dell’IVA venisse posticipato di altri tre mesi, le previsioni dell’inflazione media annua sono di una riduzione all’1,4%. Per il 2014 si prevede che l’inflazione al consumo risalga all’1,7%, qualora si proceda comunque ad una qualche revisione delle aliquote e assumendo che non si verifichino particolari tensioni sui prezzi internazionali.
  • La finanza è anch’essa in discussione e potrebbe essere oggetto di revisioni sostanziali. L’orizzonte temporale limitato per definire e rendere operative le misure di copertura porta a confermare per l’anno in corso la possibilità che l’indebitamento delle Ap possa lievemente superare il 3% del Pil e una ridefinizione così ampia delle imposte potrà comportare anche per il prossimo anno un indebitamento che sfiori il 3%, moderatamente superiore a quanto previsto lo scorso luglio, con un allentamento dell’impulso restrittivo della politica fiscale.
  • Nonostante una caduta di attività economica inferiore alle attese prosegue la riduzione dei prestiti, in particolare verso le imprese. Solo verso fine anno, coerentemente con il graduale miglioramento della congiuntura economica vi sarà spazio per una modesta ripresa dell’attività di credito a fine anno. Per il 2014 si confermano le dinamiche alla base dell’ultimo rapporto: il miglioramento della congiuntura dovrebbe portare ad una maggiore domanda di prestiti provenienti dalle imprese e a condizioni di offerta più distese per la riduzione della percentuale di rischio connesso all’attività economica.  Inoltre il previsto graduale miglioramento del mercato immobiliare dovrebbe consentire una lenta ripresa della domanda di finanziamenti finalizzati all’acquisto di abitazioni.

Foto di Marco Cuppini


TAG: