supply chain

07. Olanda. Una riflessione critica su iniziative realistiche

Il workshop olandese sulla Future Value Chain (che ha riunito oltre 20 dirigenti in rappresentanza di retailer e produttori nazionali nel settore dei beni di consumo) aveva tre obiettivi. Il primo era condividere e sviluppare una vision sui trend che influiranno sull’industria olandese. Il secondo era determinare le collaborazioni necessarie per ottimizzare la catena del valore in Olanda nel 2020. Il terzo, lanciare attività per iniziative di collaborazione realistiche. Infine, si è ritenuto che i quattro trend chiave, che avranno un impatto maggiore in Olanda, sono:

  1. Sostenibilità. La sostenibilità va oltre la questione ambientale; riguarda infatti la creazione di una società forte e altamente performante. La scarsità è un fattore chiave in un approccio che vuole essere più sostenibile e dimostra che non si può vincere concentrandosi solo su obiettivi a breve termine. I cambiamenti necessari saranno guidati dalle aziende più performanti. È essenziale che le imprese si concentrino su obiettivi a lungo termine e non a breve termine.
  2. Tecnologie consumer. Prevedere lo sviluppo delle tecnologie consumer è impossibile, perché i consumatori apprendono e si adattano continuamente a nuove tecnologie. I consumatori inoltre hanno accesso a livelli crescenti di informazioni sui prodotti, che ne aumentano il potere di contrattazione. Le aziende più performanti saranno quelle che presteranno attenzione ai consumatori e che forniranno loro i prodotti più convenienti.
  3. Regolamentazione. La regolamentazione è strettamente correlata alla sostenibilità. Attualmente non è un tema chiave per le organizzazioni aziendali; le imprese tendono a essere colte di sorpresa dall’imposizione di nuove normative. Una questione cruciale è che spesso i governi non comprendono il percorso motivazionale di un’organizzazione. Questa situazione deve cambiare. Il team che ha preso parte al workshop ha affermato che entro il 2020 le imprese dovranno partecipare proattivamente allo sviluppo delle normative, affiancando governi e ONG. Il gruppo ritiene che questa transizione potrà essere realizzata con un maggiore impegno da parte delle aziende, una migliore comprensione delle esigenze del settore da parte dei governi e con la costituzione di piattaforme per favorire la discussione e l’implementazione di normative che hanno un impatto sul settore stesso.
  4. Invecchiamento della popolazione. Nel 2020, la popolazione sarà molto più anziana e sul mercato del lavoro olandese si prevede una contrazione pari al 30%. Per affrontare questi cambiamenti, le aziende dovranno automatizzarsi, i livelli d’istruzione dovranno innalzarsi e le persone dovranno lavorare più a lungo. Il gruppo prevede inoltre spostamenti di popolazione. In Olanda, il numero dei posti di lavoro, infatti, sarà maggiore nel “Randstad” (l’area altamente urbanizzata/popolata nella regione centro-occidentale del paese), mentre gran parte della popolazione più anziana si sposterà nelle aree meno densamente popolate dell’est. Ciò implica che i distributori dovranno modificare i propri concept per servire i clienti nelle diverse regioni.

Il gruppo ha poi evidenziato alcune aree di collaborazione da sviluppare per affrontare i trend sopra indicati.

Nuove forme di collaborazione; superare gli ostacoli alla collaborazione. Il gruppo di lavoro ritiene che vi sia una reale necessità di aumentare la collaborazione, ma che il percorso sarà disseminato di sfide, dato che le aziende tendono a evitare la collaborazione nelle supply chain, convinte come sono che la catena distributiva possa rappresentare un vantaggio competitivo (un ostacolo, questo, che tuttavia si pensa verrà meno quando le aziende raggiungeranno il massimo livello di efficienza). Un’altra barriera è il timore che la parte con cui si collabora possa esercitare un maggiore potere nel rapporto di collaborazione. Questa barriera potrebbe essere superata inserendola nell’agenda dei CEO, per spostare l’interesse dalle esigenze individuali alla sostenibilità e ai benefici per gli stakeholder coinvolti.

Creazione di un nuovo modello commerciale. La tradizionale collaborazione tra imprese non sembra funzionare, a causa dell’esistenza di supply chain diverse per fornitori e distributori differenti. Il gruppo ha proposto di integrare queste catene distributive creando un nuovo modello commerciale basato su forti alleanze. A tal fine, le aziende dovranno passare dal concetto di supply chain al concetto di piattaforma.

Ottimizzazione della distribuzione al consumo. Alcune ricerche condotte nel Regno Unito dimostrano che oltre il 50% delle emissioni di anidride carbonica per il trasporto è imputabile ai consumatori, che raggiungono i negozi in automobile. (Lean and green, doing more with less,” David Simons and Robert Mason, ECR Journal, vol. 3, no. 1).
Le emissioni possono essere ridotte anche aumentando le consegne a domicilio. Il gruppo crede che la distribuzione urbana sia una soluzione in grado di ridurre le emissioni nocive. In questo modello, una grande quantità di prodotti è trasportata in prossimità delle città e distribuita localmente in piccoli lotti.

Il gruppo ha anche identificato due forme di collaborazione: le piattaforme attuali, che hanno un’organizzazione formale e passiva; e le nuove piattaforme proattive, focalizzate sull’implementazione delle idee. Infine ha argomentato che tali piattaforme dovranno avere un carattere internazionale, imporranno degli obblighi e che le aziende che vi parteciperanno dovranno essere disposte a impegnarsi. Le idee non mancano di certo, ma la sfida risiede nel follow-up e nell’implementazione.