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Dall’accordo sulla privacy spinta alla diffusione delle applicazioni RFID

GS1 e Neelie Kroes, Vice-Presidente della Commissione incaricata dell’Agenda Digitale, hanno firmato il 6 aprile scorso a Bruxelles il nuovo quadro normativo in materia di Privacy Impact Assessment (PIA) per le applicazioni RFID.
Tra i firmatari del documento, le principali associazioni europee che rappresentano il settore del largo consumo e alcune delle maggiori aziende che utilizzeranno l’RFID in Europa.
Le nuove procedure sono state redatte per garantire la tutela della privacy dei dati personali a seguito della diffusione della tecnologia di Identificazione in Radiofrequenza (RFID), e sono state sviluppate da società commerciali sotto la guida di GS1 (www.gs1.org), l’organizzazione (di cui Indicod-Ecr è l’associazione membro per l’Italia) il cui obiettivo è la definizione e l’implementazione di standard globali in grado di aumentare l’efficienza delle supply chain.

Prendendo la parola durante la cerimonia, Miguel Lopera, Presidente e AD di GS1 ha affermato: «GS1, che ringrazia la Commissione per l’iniziativa, ha fortemente voluto un approccio collaborativo e normativo durante tutti i lavori preparatori che hanno portato all’elaborazione del testo. Vorrei inoltre sottolineare il sostanziale e costruttivo dialogo intercorso con le autorità preposte alla tutela dei dati personali».
Neelie Kroes ha ricordato l’impegno profuso dal mondo industriale, dalla società civile e dai responsabili a livello decisionale e politico nello sviluppo delle nuove linee guida sulla privacy. «Mettendo la privacy dei consumatori al centro della tecnologia RFID, questo accordo rappresenta una pietra miliare nel settore e sono particolarmente soddisfatta che l’industria possa infine dare risposta alle preoccupazioni pubbliche riguardanti la sicurezza dei dati dei consumatori, che è poi il modo migliore per garantire che la tecnologia RFID possa diventare un grande successo economico», ha aggiunto.

In costante sviluppo, la tecnologie RFID rende possibile l’identificazione automatica degli oggetti ai quali è stato apposto un piccolo chip elettronico (la smart tag) in grado di incrementare l’efficienza della supply chain poiché può essere letto a distanza da un altro dispositivo wireless.
GS1 ha sviluppato lo standard Gen 2 per le applicazioni RFID sul Codice identificativo del prodotto (EPC) nella supply chain, alle quali fanno sempre più ricorso i distributori per tracciare articoli quali capi di abbigliamento e prodotti elettronici di consumo. Gli standard GS1 EPCglobal GEN 2 possono essere utilizzati anche per molte altre applicazioni non specificatamente legate alla supply chain, per esempio per registrare i tempi di un maratoneta durante una gara.

La procedura PIA prevede un’analisi iniziale e una valutazione del rischio, in base a cui gli operatori dell’RFID determineranno eventuali rischi potenziali alla privacy, nonché i passi da seguire per eliminare tali pericoli. Il suo utilizzo ha come obiettivo il rafforzamento della consapevolezza e della fiducia del consumatore nella nuova tecnologia, accelerandone così la diffusione. Miguel Lopera ha aggiunto: «L’adozione dell’accordo PIA incrementerà la fiducia dei consumatori nella tecnologia, che a sua volta favorirà la diffusione dell’RFID in Europa. Vorrei inoltre sottolineare che le nostre applicazioni GS1 EPCglobal sono state sviluppate in modo tale che sulle etichette non sia presente alcun dato personale».

GS1 lavorerà così a stretto contatto con le organizzazioni membro presenti sul territorio dell’Unione Europea, per garantire un’implementazione armoniosa dei Privacy Impact Assessments.

Per maggiori informazioni: massimiliano.minisci@GS1.org


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