consumi

02. I consumi

In termini di consumi, l’Istat rileva nel 2008 un trend in discesa: + 2,2% per i consumi totali (contro il +3,3 del ‘07 vs ‘06) a valori correnti, che si traduce in un -0,6% per il Non food (a valori reali -1,0%). Per i settori presi in considerazione nell’Osservatorio di Indicod-Ecr i risultati sono più negativi (-2,9%)

Nell’analisi del valore dei mercati stimati nell’Osservatorio Indicod-Ecr si notano diverse situazioni all’interno di ciascun settore. I primi quattro in termini di giro d’affari (nell’ordine abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, mobili e arredamento, bricolage) sono gli unici a oltrepassare i 10 miliardi di euro e pesano circa il 72% del valore totale (solo un punto percentuale in meno rispetto all’anno prima). Se si considera il mondo del non food nel suo complesso, si può parlare pertanto di mercato molto concentrato. Tra i comparti che più di altri hanno inciso sulla crisi del non food, vanno segnalati l’elettronica di consumo (-9,2%) e i prodotti di ottica (-8,2%).

Nel primo caso il trend è stato determinato da dinamiche interne molto diverse (calo degli acquisti e downsizing dei prezzi per gli elettrodomestici, incremento degli acquisti e deflazione per gli articoli con nuove tecnologie come TV, cellulari e macchine fotografiche digitali). Nel secondo caso si è trattato di un calo degli acquisti per una categoria di prodotto ritenuta superflua, in un anno in cui è stato necessario ridurre i budget familiari, accompagnato da una ricerca più accentuata delle offerte promozionali e dei tagli di prezzo.

Contrariamente a quanto segnalato nella precedente edizione, anche i settori tradizionali legati alla cura della casa (mobili e casalinghi) hanno mostrato segnali di sofferenza, seppur in maniera meno problematica rispetto ad altri comparti.

Se l’anno scorso i mercati più in forma apparivano quelli legati al benessere e alla cura del corpo, nel 2008 il comparto più dinamico è sicuramente il bricolage (+2,5%), uno dei pochi a registrare un trend di crescita. Spinti dalla crisi economica, gli italiani si avvicinano pertanto al mondo del fai da te facendosi carico di una serie di attività molto semplici e alla portata di tutti che in periodi di congiuntura positiva erano affidate a professionisti esterni