economia

02. La modernità

L’approfondimento di questa edizione è dedicato al tema della modernità, tema quanto mai attuale in un momento caratterizzato da sfiducia ed incertezza, che è stato anche il tema del convegno annuale 2009.

Gli associati ad Indicod-Ecr in generale assegnano accezioni positive al concetto di “modernità”. Per l’industria e il commercio all’ingrosso la modernità è da intendersi soprattutto come innovazione, crescita e fiducia. La Gdo, pur associando alla modernità prevalentemente i concetti di presenza di valori, crescita e fiducia, mostra tuttavia maggiore “preoccupazione”, in quanto mette in evidenza anche la componente di rischio e di sfide che la modernizzazione pone.

Nel complesso l’Italia è considerata dai rispondenti un paese poco o per nulla moderno. Le risposte positive raggiungono la massima frequenza per l’industria del largo consumo (quasi 40%) mentre è la Gdo a denunciare il deficit maggiore di modernità.
Il giudizio negativo nei confronti del Paese, giudizio che ricorre quando si fa riferimento in generale allo Stato italiano e alla sua situazione economica, si attenua nelle risposte sui singoli settori.

Fra i vari ambiti indagati, è il sistema distributivo/grande distribuzione quello che viene ritenuto il più moderno dalle imprese di tutti i settori. Una percentuale superiore al 50% giudica come molto o abbastanza moderni anche il sistema produttivo italiano, sia delle piccole che delle grandi imprese.
A fronte di giudizi positivi sul sistema produttivo e distributivo italiano, più del 50% degli intervistati mette però in luce criticità nei confronti del sistema bancario/assicurativo, del sistema italiano sanitario e di previdenza sociale.
In particolare però emerge una denuncia di deficit di modernità in due settori cruciali per l’attività di impresa, e non solo: il sistema scolastico (capitale umano) e il sistema delle infrastrutture (capitale fisico).

Gli imprenditori, ai quali è stato chiesto un giudizio comparativo sui diversi sistemi dei principali paesi europei, concordano nel riconoscere alla Germania il primato in termini di modernità per quasi tutti gli ambiti presi in considerazione. Fanno eccezione il sistema scolastico (dove per l’industria ed il commercio all’ingrosso è l’Inghilterra l’esempio da seguire), per il quale comunque la Germania si colloca ai primi posti, e il sistema distributivo, unanimemente riconosciuto come più moderno in Francia.
Tra i “grandi” europei è invece quasi sempre la Spagna ad essere la meno citata. L’ultimo posto in termini di percentuale di citazioni spetta tuttavia alla Francia per il sistema produttivo delle Pmi e all’Italia per le infrastrutture.

Tra i principali ostacoli al processo di modernizzazione in Italia vengono citate con maggiore frequenza la burocrazia, con percentuali superiori all’85% per ciascuna delle tipologie di operatori, e i politici (circa il 70% degli intervistati li ritiene un ostacolo). Con un notevole distacco (le frequenze medie si collocano al di sotto del 40%), seguono la criminalità organizzata, l’evasione fiscale, la poca trasparenza e l’immobilità culturale. Non viene invece attribuito un ruolo rilevante alla scarsa concorrenza nel contrastare il processo di modernizzazione del paese (nessuno degli operatori della Gdo la cita).

Decisamente più positive risultano le risposte degli intervistati in merito alla modernità della propria impresa. La percentuale di coloro che la ritengono molto o abbastanza moderna raggiunge circa l’80% tra i commercianti all’ingrosso, scendendo al 69% per l’industria. All’ultimo posto si colloca la Gdo, dove comunque il 64.3% dei rispondenti ritiene moderna la propria impresa; il restante 35.7% la definisce poco moderna, mentre nessuno degli intervistati la ritiene “per niente” moderna.

Le aree in cui si concentrano maggiormente gli sforzi di innovazione/ammodernamento sono differenziate in base alla natura dell’attività; in tutti i settori è citato ai primi posti il marketing/comunicazione mentre è rilevante il sistema di controllo di gestione e reporting per la Gdo, la ricerca di nuovi prodotti per il commercio all’ingrosso e i processi produttivi e la ricerca e sviluppo per l’industria.
Scarsamente interessata da processi di ammodernamento è l’area trasporti/logistica, dove le percentuali di citazione sono particolarmente basse soprattutto nell’industria e nel commercio all’ingrosso (rispettivamente solo il 2.7% e il 6.5% degli intervistati citano questa funzione).

Tra alcuni dei possibili strumenti per la modernizzazione dell’impresa, dalle risposte fornite dagli associati a Indicod-Ecr, emerge un elevato potenziale di utilizzo dello scambio elettronico dei dati (EDI), strumento che in tutti i settori è già in uso o almeno in implementazione in oltre il 50% delle aziende intervistate.

Piuttosto elevate, soprattutto nel caso della sincronizzazione di informazioni anagrafiche sui prodotti (GDSN) e dell’etichetta elettronica e radiofrequenza (Rfid), le percentuali dei “Non so”, risultato probabilmente della scarsa conoscenza/informazione circa lo strumento in questione.

L’Osservatorio Economico Indicod-Ecr è uno studio che con cadenza semestrale rileva il sentiment delle imprese associate a Indicod-Ecr, le loro percezioni e le loro attese su temi di macro e micro economia.
L’elaborazione è curata da Prometeia su fonte dati rilevati da Indicod-Ecr.
Per informazioni, visita il sito Indicod-Ecr.

Ai sensi dell’art. 3 della delibera n. 153/02 CSP dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è possibile trovare il documento completo riguardante l’ultimo sondaggio (Osservatorio VIII ediz) all’interno del sito http://www.agcom.it