economia

03. Un Paese moderno: quali caratteristiche? Il livello di modernità attribuito all'Italia

Le caratteristiche di un Paese moderno

Il profilo di un paese moderno coincide con quello del paese ideale.
La rappresentazione sociale della modernità è molto diversa, se declinata in un contesto differente quale quello di una nazione.
Le prime associazioni al concetto astratto di modernità rimandavano alla sua dimensione tecnologica, la mentalizzazione su di un contesto collettivo, comunitario, concreto come è quello di una nazione, riporta i partecipanti all’interno di una mappa valoriale prioritariamente e squisitamente sociale e li porta ad associare al “Paese moderno” tutte le caratteristiche del “Paese ideale”.
Per cui un Paese si può dire moderno se tutela primariamente i diritti di tutti i suoi cittadini attraverso una corretta gestione del welfare e se è in grado di veicolare la sua capacità di innovazione tecnologica verso le esigenze della popolazione. In quest’ottica il Paese moderno è quello che mostra una sana etica sociale capace di potenziare e impiegare in maniera opportuna l’area della ricerca, che a quel punto diviene investimento e non costo.
Moderno è un Paese che è diventato “maturo”, che ha fatto propria la capacità di pensiero strategico, che non vive nell’hic et nunc ma progetta il suo futuro, ha delle responsabilità, dei progetti, dei sogni.

È un profilo a 360°: nessun requisito è preponderante sugli altri, le esigenze sono variegate.

Il livello di modernità attribuito all’Italia

L’Italia emerge come “solo potenzialmente moderna”, ma in realtà incapace di sfruttare appieno le proprie potenzialità. La modernità dell’Italia è percepita innanzitutto come non uniforme: “È discontinua”, “A macchia di leopardo”.
Le immagini proiettive degli intervistati, sia a Milano che a Bari, hanno restituito rappresentazioni sociali molto simili tra loro: “Andreotti”, “Smigol, un vecchio accecato dal suo bene, che tiene per sé le proprie scoperte”, “Un uomo robusto, di mezza età, che non fa sport, un po’ ottuso”, “Un sessantenne che usa l’eredità e non lavora, un bamboccione, che spende soldi non suoi”, “Un artigiano con idee che non riesce a realizzare”, “Un gambero che un po’ va avanti e un po’ va indietro”
Si conferma dunque l’immagine di un Paese non giovane, poco consapevole delle proprie reali potenzialità, ma anche delle proprie responsabilità, che fa fatica a realizzare una visione di più lungo termine, ma gestisce semplicemente le proprie tante emergenze vivendo alla giornata e preoccupandosi poco o niente del futuro. In particolare il 38% degli intervistati riconosce l’Italia come un paese moderno, mentre il 48% non è d’accordo.

Tra gli attori del sistema produttivo e distributivo è la GDO a denunciare il deficit maggiore di modernità per l’Italia.

Il sistema del largo consumo e quello bancario sono percepiti dalla popolazione come più moderni rispetto a sanità, infrastrutture, scuola e previdenza sociale.

Il sistema del largo consumo denuncia un deficit di modernità in due settori cruciali per l’attività di impresa, e non solo: il sistema scolastico (capitale umano) e il sistema delle infrastrutture (capitale fisico).