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Furti nei supermercati per oltre 3 miliardi di euro l’anno

Nel 2007 il “costo” dei furti in supermercati e grandi magazzini italiani è arrivato 3.085 milioni di euro, un fenomeno che per le famiglie si traduce in una “tassa” da 157,65 euro l’anno. Questi dati emergono dal “Barometro mondiale dei furti nel retail” commissionato da Checkpoint Systems e condotto dal Centre for retail research, che ha raccolto per la prima volta a livello mondiale i dati sulle perdite dovute a furti, frodi o danni di 820 grandi retailer di 25 paesi europei oltre che di Australia, Canada, India, Giappone, Singapore, Thailandia e Stati Uniti per complessivi 138.603 punti vendita e un fatturato di 695,949 miliardi.

Lo studio rivela che nel 2007 gli ammanchi mondiali di merce, dopo un positivo trend quadriennale, sono aumentati dell’1,5% arrivando a 72,424 miliardi di euro e rappresentando l’1,36% del fatturato dei retailer.
L’Italia è il quarto dei Paesi più colpiti da questo fenomeno che interessa soprattutto le regioni del nord (53,3% del totale) con la Lombardia in testa con circa 720 milioni di euro di merci sottratte.
Seguono poi al centro (28,4%) Lazio e Toscana con 250 e 249 milioni di euro e la Sicilia, prima tra le regioni del sud (18,3%) con 139 milioni di euro di prodotti rubati.

Nel nostro Paese la causa principale di questa piaga è rappresentata dai clienti taccheggiatori. Tra le merci più rubate il maggiore incremento l’hanno fatto registrare i superalcolici, cresciuti del 21,8% in un anno, seguiti dai prodotti cosmetici (+12,4%) e capi d’abbigliamento (+12,2%), ma anche articoli di minor costo, come lamette per rasoi (+5,50% in un anno) e prodotti alimentari di vario genere (carni, salumi e formaggi +10,8%). La ricerca evidenzia come per ogni quattro lamette da barba vendute una viene rubata, mentre per il parmigiano reggiano diventano una confezione ogni dieci e per i prodotti cosmetici il 7%.

Il fenomeno spinge ad accelerare lo sviluppo di nuove tecnologie per la sicurezza delle merci, come i nuovi sistemi di protezione alla fonte in radiofrequenza, con investimenti nella sicurezza che hanno raggiunto in Italia gli 878 milioni nel 2007, i 7.821 milioni a livello europeo e quasi 19 miliardi a livello globale. Il 2007 ha registrato un aumento della percentuale dei prodotti sensibili ai furti che sono stati protetti, saliti dal 59,4% al 61,5%. Questo dato, tuttavia, evidenzia che il 38,5% degli articoli sensibili risulta tuttora senza protezione.
Per correre ai ripari, soprattutto per quanto riguarda i capi firmati, le catene della grande distribuzione si stanno attrezzando per proteggere i capi d’abbigliamento alla fonte grazie alle nuove tecnologie a radiofrequenza in cui il circuito di sicurezza viene cucito direttamente all’interno dei capi durante il processo produttivo, rendendolo pressoché invisibile e molto difficile da manomettere.

Grazie a questo accorgimento sarà inoltre possibile inserire nei prossimi anni un’etichetta intelligente che grazie allo sviluppo delle tecnologie Rfid rappresenterà una vera e propria carta d’identità del capo che, anche nel caso venisse rubato, potrebbe essere identificato e riconsegnato al negoziante al quale è stato sottratto.
(Agra)