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Poco high-tech le piccole imprese italiane

L’innovazione in ambito tecnologico per le piccole aziende italiane è ancora lontana dall’essere riconosciuta come motore della competitività. Questa, in sintesi, l’analisi dei dati emersi dalla ricerca “Il Digital Divide nella micro e piccola impresa italiana”, recentemente presentata da Confcommercio e Assintel.

L’indagine, svolta a fine 2006, è nata con l’obiettivo di conoscere nel dettaglio il grado di utilizzo delle tecnologie nelle aziende italiane anche con meno di dieci addetti ed ha preso in esame il livello di penetrazione e di utilizzo dell’Ict, oltre ai relativi atteggiamenti e percezioni in proposito.

Sono state analizzate le tecnologie con le quali le aziende sono ormai obbligate a confrontarsi: dal personal computer al server, dalle connessioni Internet all’utilizzo di software, ecc. È emerso che il 20,2% del campione - rappresentativo di circa 2.240.000 imprese attive nei settori del commercio all’ingrosso, commercio al dettaglio, pubblici esercizi e servizi - reputa il grado di tecnologia nella propria azienda molto basso.

La dotazione tecnologica è di fondamentale importanza per comprendere il divario digitale. Sono circa 586.000, infatti, le aziende che dichiarano di non possedere un pc e il 73,8% quelle con almeno un pc. Percentuale, quest’ultima, che sale all’84,5% e al 91,8% per le aziende appartenenti rispettivamente al settore dei servizi e a quello del commercio all’ingrosso, che dimostrano così di avere un livello tecnologico superiore. Più arretrato, invece, il commercio al dettaglio con una percentuale intorno al 55%.

Attraverso l’analisi delle altre tecnologie in uso si osserva che meno del 50% delle aziende possiede un server, il 12,8% utilizza i palmari e oltre il 40% le stampanti. Alta invece la penetrazione del fax, utilizzato da circa il 90% delle imprese, e delle fotocopiatrici (78,3%). Il 64,8% del campione possiede almeno una linea di telefonia mobile per lo svolgimento della propria attività imprenditoriale.

La connessione alla rete coinvolge il 68,7% delle piccole e micro imprese italiane. Nel 78,8% dei casi si tratta della banda larga, mentre il modem analogico sta praticamente scomparendo (solo il 5,2% lo utilizza ancora).
Per quanto riguarda la presenza di un sito Internet, si rileva una netta differenza tra le ditte individuali, che sono al di sotto della media con una percentuale del 31,4%, e quelle con un numero di addetti tra i 20 e i 49, che raggiungono la più alta penetrazione con una percentuale del 78,8%.

Low-tech, medium-tech e high-tech sono i tre gruppi nei quali sono state raggruppate le imprese di ogni settore tecnologico. La ricerca ha dimostrato che il commercio al dettaglio e i pubblici esercizi sono i meno propensi all’utilizzo di tecnologie mentre nel settore dei servizi e del commercio all’ingrosso la presenza di un pc o di un collegamento a Internet costituiscono ormai condizioni scontate.

Risulta low-tech oltre il 50% delle imprese operanti nel commercio al dettaglio e high-tech solo il 15,5%. Nei pubblici esercizi può essere classificato medium-tech il 50,4% delle aziende e high-tech solo il 9,5%.
È invece classificabile medium-tech il 53,2% delle aziende operanti nei servizi e low-tech il 36,7%. Sale al 24,6% la percentuale di aziende high-tech nel settore del commercio all’ingrosso e al 30,1% quelle medium.

Per informazioni: www.assintel.it