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01. Apre i battenti l’EPC Lab di Peschiera Borromeo

Gli obiettivi dell'iniziativa

Il 7 febbraio scorso Dario Rinero, Presidente di Indicod-Ecr e Presidente e Amministratore Delegato di Coca-Cola HBC Italia, e Umberto Bertelè, Presidente della School of Management del Politecnico di Milano, hanno inaugurato ufficialmente l’EPC Lab di Peschiera Borromeo. La struttura alle porte di Milano sarà sede di sperimentazioni pratiche di un corretto dialogo fra i più moderni sistemi d’identificazione in radiofrequenza (RFId) oggi disponibili sul mercato e le etichette elettroniche EPC (electronic product code), conformi cioè allo standard EPC Global. Svilupperà inoltre il know-how sull’implementazione della tecnologia EPC/RFId nella supply chain delle imprese del largo consumo, che provvederà a divulgare tra le 33mila aziende aderenti a Indicod-Ecr mediante sessioni di formazione teorica e pratica, che si svolgeranno presso il laboratorio stesso. Metterà altresì a disposizione delle imprese associate un modello di calcolo del ROI dell’implementazione della tecnologia, la cui attendibilità sarà garantita proprio dalla sperimentazione applicata.

Il nuovo laboratorio, realizzato da Indicod-Ecr con il determinante apporto scientifico della School of Management del Politecnico di Milano e tecnologico di Hewlett Packard Italiana, di Telecom Italia, oltre che di numerosi altri partner operanti nel settore delle tecnologie RFId, si è avvalso dell’indispensabile collaborazione delle istituzioni, in primis di quella del ministero delle Comunicazioni, che ha consentito l’utilizzo di alcune frequenze UHF necessarie per allestire il laboratorio stesso, e dell’Autorità garante della privacy. Manterrà inoltre gli opportuni collegamenti con altre iniziative di sperimentazione della tecnologia EPC/RFId in atto a livello europeo e mondiale.

Dario Rinero“Per le aziende del largo consumo che devono compiere valutazioni strategiche sul reale potenziale dei sistemi d’identificazione in radiofrequenza”, ha sottolineato Dario Rinero, “è essenziale poter disporre di elementi oggettivi. L’avvio del laboratorio di sperimentazione EPC Lab rappresenta l’occasione per consolidare le performance e l’affidabilità delle applicazioni EPC/RFId e per sviluppare il know-how da trasferire poi alle aziende associate a Indicod-Ecr. Ma l’EPC Lab è anche un progetto che ci rende orgogliosi, perché in questo paese, che troppo spesso sale alla ribalta per ritardi, inadempienze e anche per una certa incapacità di gestire il presente, prende l’avvio un’iniziativa seria e concreta di un gruppo d’aziende appartenenti alla medesima filiera, che si siedono intorno a un tavolo e insieme cercano di capire e di pianificare il futuro che arriva”.

Il valore dell’EPC Lab è ulteriormente amplificato dall’apporto della School of Management del Politecnico di Milano. “Il connubio fra industria e università”, ha evidenziato Dario Rinero, “è una grandissima opportunità, che consente di mettere insieme la ricerca portata avanti in ambito scientifico con il pragmatismo e l’efficienza tipica del mondo dell’industria. E ciò dà vita a iniziative che, quando arrivano sul mercato, hanno il giusto mix di visione e di capacità implementativa”.
Umberto Bertelé“Una collaborazione quella fra università e imprese”, ha detto Umberto Bertelè, “dalla quale scaturiscono iniziative complementari e sinergiche. Non a caso l’EPC Lab di Indicod-Ecr, con le sue finalità principalmente di assessment, sorge accanto all’RFId Solution Center del Politecnico di Milano, che ha obiettivi prioritari di sperimentazione. In particolare la nostra collaborazione con Indicod-Ecr, già consolidata se pensiamo che siamo partner nei tre osservatori sul B2B, sull’RFId e sulla fatturazione elettronica, mi auguro servirà da indicazione per il Paese di una strada che in altre parti del mondo si segue da parecchio tempo, ma che da noi si sta affermando solo da qualche anno”.

EPC/RFId: dalla teoria alla pratica

Nelle intenzioni di Indicod-Ecr la fase di messa a punto della tecnologia, almeno relativamente alla corretta lettura dei tag posti su colli di prodotti organici in confezioni di cartone, di liquidi e di articoli confezionati in scatole di metallo e quella di validazione del modello di ROI dovrebbero essere portate a termine nel giro di pochi mesi. L’EPC Lab proseguirà quindi la sua attività di sperimentazione di ulteriori innovazioni e sarà disponibile per condurre test specifici commissionati da singole aziende aderenti a Indicod-Ecr.

Nel momento in cui le prime imprese del largo consumo saranno pronte per passare alla fase applicativa della tecnologia EPC/RFId, saranno certamente state liberalizzate le frequenze, come previsto dalla decisione della Commissione 2006/804/CE pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europa il 25 novembre scorso. Più lunga sarà invece l’attesa per vedere questa tecnologia ampiamente diffusa nella filiera del largo consumo. “È difficile fare una previsione dei tempi d’adozione generalizzata dei sistemi EPC/RFId”, ha detto Massimo Bolchini. “Molto probabilmente, almeno per altri 7-10 anni prodotti identificati da codice GS1 (in precedenza denominato EAN) convivranno nei punti di vendita con altri dotati di tag EPC. È infatti prevedibile che la nuova tecnologia si diffonda con maggiore velocità nei settori ove il valore unitario delle merci consentirà più agevolmente di annullare l’incidenza del costo dei tag”. Per questa ragione l’EPC Lab non si limiterà a sperimentare l’affidabilità della lettura delle sole etichette elettroniche EPC UHF, ma testerà anche altri tipi di tag, leggibili in ambienti misti, che utilizzano cioè sia il tradizionale codice a barre GS1 sia i sistemi d’identificazione in radio frequenza, come per esempio tag con codice a barre stampato con inchiostri contenenti polvere di metallo, in grado quindi di contenere informazioni leggibili da sistemi in radiofrequenza, oltre che da un normale lettore di codice a barre GS1.


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