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Commercio equo solidale: la crescita passa dalla gdo

Il commercio equo e solidale per crescere deve guardare alla grande distribuzione organizzata, la sola che può consentirgli volumi di vendita apprezzabili. È questo, in sintesi, il risultato principale emerso dalla prima indagine nazionale sul commercio equo e solidale curata dal Centro di Ricerche sulla Cooperazione dell'Università Cattolica e dal Dipartimento di Economia Politica dell'Università degli Studi Milano-Bicocca. Attualmente i prodotti equo-solidali venduti nei 5.100 iper e supermercati italiani realizzano un giro di affari di 46,8 milioni di euro, evidenziando tendenze in forte crescita. La ricerca mette in risalto alcuni nodi critici: la doppia anima delle Botteghe del Mondo (da una parte punti vendita al dettaglio, dall'altra luoghi dove si fa informazione ed educazione allo sviluppo), il sottodimensionamento dei negozi (troppo piccoli).

Le Botteghe sono circa 400, distribuite in prevalenza nel Nord-Ovest (38%) e nel Nord-Est (22,6%), meno al Sud e nelle Isole (20,7%) e al Centro (18,7%). La forma più diffusa è quella dell'associazione (52,2%) seguita dalla cooperativa (24,4%). Il fatturato complessivo è di 54,39 milioni l'anno, suddiviso a metà fra artigianato e beni alimentari, a fronte di 54,51

milioni di uscite. Il saldo negativo pari a 121mila euro condiziona l'occupazione. Nel 2005 risultavano impiegati nel settore appena 461 dipendenti e 479 collaboratori, cui vanno aggiunti 4.412 volontari e 51 tra obiettori e giovani in servizio civile. Tantissimi, invece, i soci che partecipano al progetto: 58mila persone che contribuiscono economicamente alla costituzione di associazioni (52,2% dei casi) o di cooperative (24,4%) destinate all'apertura delle Botteghe. Secondo la ricerca, l'unico modello distributivo sostenibile è quello di una rete polarizzata, con tanti punti vendita sparsi che facciano sensibilizzazione, e qualche centro vendita più grande, una sorta di supermercato dell'equo-solidale, che invece faccia profitto e compensi le perdite degli altri. (A&T)