tecnologia

Rfid: dove nascono le perplessità?

l'opinione di

I grandi rollout di Wal-Mart e Metro, primattori nell’implementazione dell’Epc nella supply chain, stanno segnando una strada maestra, una sorta di laboratorio sul campo del quale si sta avvantaggiando l’intera business community del largo consumo.

Contemporaneamente all’accumularsi di questo patrimonio di expertise e di conoscenze, però, molte imprese che hanno investito e creduto nella tecnologia Rfid non ottengono i risultati sperati, non tanto per l’inaffidabilità della tecnologia quanto per l’inadeguatezza dell’approccio. È la tesi sostenuta dai ricercatori di DiamondCluster Int. che nella ricerca Achieving Rfid’s Full Potential esaminano i fattori che sinora hanno impedito un’adozione diffusa dell’Rfid. Lo scetticismo che accompagna l’Rfid è, spesso, figlio di un grande malinteso legato ai costi delle etichette. «Sebbene i costi dei tag Rfid siano scesi fino al 60% nel 2005, continuano a rimanere alti per i prodotti di massa, ma non è questo il problema principale», dichiara Mark Baum, partner di DiamondCluster. «La vera questione sta nell’

inadeguatezza delle infrastrutture It delle aziende, spesso non sottoposte ad un upgrading che le metta in grado di gestire l’imponente mole di dati generata dall’Rfid. Per non parlare della resistenza dei partner nella supply chain ad investire per adeguarsi a questa nuova tecnologia».

Quali sono, dunque, i passi da compiere per ammortizzare al meglio i costi dell’Rfid ed assicurare l’efficacia dell’investimento? Ecco i suggerimenti di DiamondCluster.

1. Verificare se un’adozione rapida dell’Rfid può rappresentare un vantaggio competitivo immediato nel proprio settore. In molti casi un’implementazione su piccola scala, seguita da un’attenta analisi dei costi-benefici, può rivelarsi più utile di una strategia big-bang.

2. Riallineare la propria infrastruttura It è fondamentale: i costi infrastrutturali e di connettività possono incidere oltre il 50% in un investimento Rfid.

3. Cogliere l’opportunità dell’Rfid per avviare un’estesa revisione dei processi, apportando miglioramenti che possono contribuire ad aumentare la competitività.

4. Focalizzarsi sulle aree nelle quali le applicazioni Rfid possono aiutare a ridurre gli errori del personale lungo la supply chain. Ad esempio, i benefici per un’azienda di consumer packaged foods potrebbero comprendere una maggiore integrazione della supply chain, controllo della qualità prodotto, incluse data di scadenza e controllo lotto di richiamo. (c.u.)