economia

«Dopo la moneta, facciamo l’Europa»

l'opinione di

«L'euro costituisce la manifestazione più avanzata della volontà unitaria dei popoli europei; una forza trainante dell'integrazione politica. È un inequivocabile segnale di fiducia che 6 dei 10 Paesi di nuova adesione siano già entrati a far parte dello Sme 2, compiendo così i primi importanti passi per unirsi all'eurozona. I benefici tangibili derivanti dalla partecipazione alla moneta unica sono sotto gli occhi di tutti: difesa dagli squilibri sul mercato dei cambi; bassi tassi d'interesse; rafforzamento della competitività in quei Paesi della zona euro che hanno adottato politiche virtuose. Dobbiamo registrare come straordinari successi sia l'affermazione dell'euro sui mercati internazionali, sia la politica di stabilità dei prezzi perseguita dalla Banca Centrale Europea.

Ma non possiamo accontentarci più a lungo di questa situazione. Il confermato, giusto rigore del patto di stabilità non è di per sé garanzia di crescita, se perdura l'inerzia. I positivi effetti dell'euro continueranno a manifestarsi con difficoltà, se mancherà una gestione coordinata sia dei bilanci nazionali sia dell'orientamento delle politiche economiche degli Stati. Solo su queste basi l'Unione potrà realizzare appieno la capacità, di cui si è dotata con la moneta unica, di essere attore economico globale e di consolidare un blocco economico-monetario in grado di far valere gli interessi dei cittadini e i ritmi di un suo equilibrato sviluppo.

Aspettiamo con fiducia anche un'intesa sulle prospettive finanziarie dell'Unione. È positivo un aperto, franco confronto politico sulle priorità delle azioni dell'Unione. Ma è necessario approvare quanto prima un bilancio comunitario che - oltre ad esprimere un equilibrio tra le diverse istanze degli Stati - sia basato su obiettivi coerenti e solidali.

Esprimo il vivo auspicio di successo per l'opera che il primo ministro britannico Tony Blair, Presidente di turno dell'Unione Europea, si è impegnato a realizzare davanti a questo Parlamento. La vitalità del modello europeo dipenderà anche dalla capacità di mobilitare forze nuove all'interno dei nostri Paesi. Mi spiego: solo sviluppando un dialogo e una convivenza costruttiva tra cittadini europei e residenti extra-comunitari riusciremo a consolidare l'essenza migliore della nostra civiltà.

Infine, L'avvenire della nostra Europa chiede politiche di sicurezza e di pace. La visione internazionale dell'Unione Europea - basata sulla prevalenza del diritto, sulla fiducia nel sistema multilaterale - suscita aspettative e speranze nel mondo intero. Ma soltanto unita l'Europa potrà incidere sugli equilibri internazionali. Agendo da soli saremmo in balia di eventi più grandi di noi, eventi che minacciano la pace e la sicurezza europea. Coerentemente con questa impostazione il Parlamento europeo si è posto da tempo il problema della rappresentanza unitaria dell'Europa alle Nazioni Unite. La risoluzione approvata nel giugno scorso, così come la precedente del gennaio 2004, stabilisce che il seggio unico dell'Unione Europea nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU è l'obiettivo che l'Europa deve prefiggersi. Questa chiarezza di visione fa onore al parlamento europeo.

La consapevolezza delle nostre comuni radici e la memoria condivisa del bene e del male della nostra storia attestano l'esistenza di un interesse europeo superiore che armonizza gli interessi nazionali, li protegge dagli eccessi che hanno tormentato il nostro passato, li proietta in una visione comune dei rapporti con il mondo.

L'Europa allargata ha ormai lambito i limiti della sua identità culturale e storica; ma, se la geografia non consente di riconoscere in maniera certa i confini dell'Europa, lo spazio comune di principi, valori, regole espressi dall'Unione Europea è oggi ben identificato. L'ampliamento dell'Unione ha rappresentato un dovere storico verso popoli che vedevano nell'adesione all'Unione Europea la garanzia delle loro ritrovate libertà, il coronamento di un'attesa durata quasi mezzo secolo.

Dai nuovi Stati membri - che hanno diritto a vivere in un'Unione efficace e solidale nei loro confronti - ci attendiamo, e lo rileviamo già, un contributo di costruttivo entusiasmo. L'Unione ampliata proseguirà unita.

Ma proprio perché è diventata più estesa, avrà bisogno più che in passato d'iniziative d'avanguardia che indichino la strada da seguire per completare l'unità dell'Europa.»